La cerimonia

Sacerdoti nel mirino, a Cessaniti l’8 marzo diventa occasione per dire No a ogni forma di violenza

FOTO | L'inaugurazione della panchina rossa nel piccolo centro del Vibonese ha visto la partecipazione del prefetto Grieco e di don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero, i due parroci vittime di intimidazioni a cui la comunità ha voluto esprimere la sua vicinanza

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di Cristina Iannuzzi
8 marzo 2024
16:05

«Cessaniti è una comunità tranquilla e noi abbiamo il dovere di accompagnarla in modo sereno alle prossime elezioni. Lo Stato c'è». È quanto rimarca con forza il prefetto di Vibo Valentia, Paolo Giovanni Grieco, che oggi, insieme alle massime autorità civili, militari e istituzionali del territorio, ha partecipato all’inaugurazione della panchina rossa che da oggi predomina piazza Guglielmo Marconi del piccolo comune del Vibonese balzato agli onori della cronaca per le minacce a due sacerdoti, Felice Palamara e Francesco Pontoriero. Anche loro hanno preso parte alla cerimonia, con una presenza silenziosa. A fare rumore sono stati gli abbracci e le strette di mano con cui tanti cittadini hanno voluto dimostrare ancora una volta vicinanza e solidarietà ai due parroci. Un affetto impresso su uno dei tanti striscioni affissi davanti alla chiesa di Cessaniti guidata da don Francesco: «Siamo con voi, non vi lasceremo solo», questo il messaggio rivolto al giovane sacerdote. «Io prego», le uniche sue parole che ha pronunciato con un sorriso. Una serenità che sembra dominare anche l’animo di don Felice Palamara: «Tutto bene grazie a Dio», ripete schivando i giornalisti, nel rispetto delle disposizioni del vescovo Attilio Nostro, che ha esortato i preti della sua Diocesi a non rilasciare dichiarazioni.  

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In piazza Marconi, all'ombra del Comune e in un clima primaverile, ci sono le associazioni del territorio, ma soprattutto le scolaresche di ogni ordine e grado con i loro simboli e gli striscioni che inneggiano alla pace, all'amore e al rispetto: «La violenza è l'ultimo rifugio dell'ignoranza», si legge in uno dei tanti che colorano la piazza. 


Eloquenti le parole del prefetto, che si è rivolto alla comunità di Cessaniti: «La panchina rossa non deve essere solo un simbolo della lotta alla violenza sulle donne, ma deve trasformarsi in impegno civile, quotidiano e concreto. Oggi, è come se sottoscrivessimo un patto nuovo per la legalità. Un patto che rifiuta la violenza sotto tutte le forme». Il massimo rappresentante territoriale del Governo ha quindi esortato «tutti, dai più piccoli ai più grandi, a uno sforzo comune. Prima ancora dell'Esercito e delle forze di Polizia - ha chiosato -, tocca a ognuno di noi impegnarsi per tutelare la legalità». 

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Un otto marzo simbolico quello promosso dal Servizio civile e dal commissario prefettizio Sergio Raimondo, che guida il Comune di Cessaniti dopo le dimissioni del sindaco Francesco Mazzeo. «Da uomo dello Stato - ha affermato - c'è il mio massimo impegno per restituire a Cessaniti la serenità che merita e quella percezione di sicurezza che gli episodi degli ultimi mesi hanno compromesso». 

Giornalista
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