Il Tribunale amministrativo conferma la legittimità della legge regionale che blocca per 15 anni ogni iniziativa di modifica. Il consigliere regionale: «La giustizia tutela la visione che ha creato una grande città”
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Il Tribunale amministrativo regionale ha emesso una sentenza con cui ha dichiarato improcedibile il ricorso presentato contro la legge regionale che impedisce di intervenire sui processi di fusione dei Comuni prima dei 15 anni dalla loro istituzioni, rigettando, di fatto, anche le pretese dei sottoscrittori, che avevano presentato, anche con la complicità silente di qualche rappresentante istituzionale del territorio, una proposta di legge popolare per il ritorno alle ormai estinte municipalità di Corigliano Calabro e Rossano». Lo afferma, in una nota, Giuseppe Graziano, consigliere regionale e presidente di Azione Calabria, estensore e firmatario della legge regionale sulla fusione dei comuni di Corigliano Calabro e Rossano.
«La decisione dei giudici - aggiunge Graziano - pone un punto fermo sulla legittimità del processo di fusione che ha dato vita alla città di Corigliano-Rossano. Ancora una volta la giustizia amministrativa ha posto un sigillo inequivocabile sulla lungimiranza del progetto di fusione che ha unito Corigliano e Rossano, creando una delle più grandi realtà urbane della Calabria e d'Italia. La sentenza del Tar, che respinge le pretese di coloro che hanno tentato di imbastire l'ennesima sortita legale contro il chiarissimo esito referendario del 2018, è un monito per i disfattisti. Il Tribunale ha infatti riconosciuto la validità della Legge regionale che stabilisce come, per i primi quindici anni dall'entrata in vigore della legge istitutiva di un nuovo Comune derivante da fusione, non è possibile procedere a modifiche territoriali tramite iniziativa popolare. È un principio di buon senso, volto a garantire un tempo minimo di assestamento a processi complessi come quello della fusione, favorendone il consolidamento».