La pronuncia della Corte d’Appello di Napoli dopo l’annullamento e il rinvio della Corte di Cassazione. Riqualificato il reato in corruzione per l’esercizio della funzione. Rideterminato il valore della confisca nei confronti degli imputati
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La Corte d’Appello di Napoli pronunciandosi sull’annullamento con rinvio disposto dalla Corte di Cassazi
one ha condannato alla pena di 4 anni di reclusione Marco Petrini, ex presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro, e ha inflitto una condanna a 2 anni e 11 mesi di reclusione a Emilio Santoro, medico in pensione.Si è così concluso l’appello bis del procedimento penale scaturito dall’inchiesta Genesi che nel gennaio del 2020 portò all’arresto dell’ex magistrato e travolse il distretto giudiziario catanzarese per l’emergere di diversi episodi di corruzione. In particolare, si tratta del filone giudicato con rito abbreviato che ha visto imputati l’ex magistrato Marco Petrini, Emilio Santoro accusato di aver agito da intermediario per favorire dazioni di denaro in cambio di sentenze favorevoli e Francesco Saraco, avvocato catanzarese.
Il procedimento, già giunto al terzo grado di giudizio, è stato rinviato dalla Corte di Cassazione in Corte d’Appello per la rideterminazione della pena in conseguenza della riqualificazione del reato da corruzione in atti giudiziari in corruzione per l’esercizio della funzione.
La Suprema Corte ha rinviato gli atti alla Corte d’Appello di Napoli che stamattina ha emesso la sentenza di condanna. È stata inoltre rideterminato anche il valore della confisca nei confronti di Marco Petrini e di Emilio Santoro per l’intervenuta condanna sulla base del profitto dei reati. La Corte ha disposto la confisca di 311mila euro per i due imputati e di 250mila euro per Francesco Saraco fino a concorrenza degli importi delle somme ritrovate in contanti e attualmente in sequestro.
Nella giornata di ieri il procuratore generale aveva chiesto una condanna a 4 anni di reclusione nei confronti di Marco Petrini (difeso dagli avvocati Francesco Calderaro e Vincenzo Maiello) e di 3 anni nei confronti di Emilio Santoro (difeso dall’avvocato Michele Gigliotti).