Lo ha stabilito la Cassazione che ha giudicato il procedimento proveniente dal rito abbreviato. Secondo l’accusa il clan è legato ai cartelli colombiani e brasiliani e piazzava la droga in Europa, Nuova Zelanda e Australia
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Sono diventate definitive 11 condanne nell’ambito dell’inchiesta, giudicata con rito abbreviato, che vede al centro di un grosso traffico di cocaina la cosca Gallace di Guardavalle, legata ai cartelli dei narcos sudamericani.
Lo ha stabilito la sesta sezione penale della Corte di Cassazione che ha anche annullato senza rinvio due condanne (una interamente e l’altra relativamente a due capi di imputazione).
Diventano definitive le condanne di Agazio Andreacchio, due anni e quattro mesi; Giuseppe Bava, due anni e otto mesi; Nicola Chiefari, 15 anni e quattro mesi; Bruno Gallace, tre anni; Nicola Guido, cinque anni e quattro mesi; Mario Palamara, sei anni e otto mesi; Francesco Riitano, 16 anni; Paolo Riitano, otto anni e otto mesi; Francesco Taverniti, 11 anni e 20 giorni; Domenico Vitale, otto anni e otto mesi; Giuseppe Vitale, sei anni e due mesi.
La Suprema Corte ha, inoltre, deciso di annullare senza rinvio, perché il fatto non sussiste, la sentenza d’appello che condannava a quattro anni e quattro mesi Gianluca Tassone (difeso dall’avvocato Pamela Tassone), per il quale è stata ordinata l’immediata liberazione. Annullata senza rinvio (per non aver commesso il fatto) la sentenza che condannava Benito Andrea Riitano, limitatamente a due capi di imputazione (associazione finalizzata al narcotraffico aggravata e traffico internazionale di stupefacenti) e rinvia a un nuovo processo d’appello per rideterminare la pena. Disposta la scarcerazione anche per lui.
Gli imputati avevano messo in atto una ramificata organizzazione criminale transazionale con lo scopo di agevolare l’associazione di stampo ‘ndranghetistico, caratterizzata da marcati profili operativi internazionali, capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal Sud America (Colombia, ma anche Brasile) e di “piazzarla” in Europa (Spagna, Olanda, Inghilterra e Slovenia), Nuova Zelanda e Australia. Il clan Gallace aveva preso piede nella fascia jonica a cavallo delle province di Catanzaro e Reggio Calabria, con diramazioni nell’hinterland laziale, toscano e lombardo.

