Cosenza, mamma record partorisce a 63 anni: è il primo caso in Calabria

La donna si era rivolta a un Centro per una fecondazione eterologa mediante ovodonazione. Nato con parto cesareo in una delle cliniche IGreco, il piccolo sta bene e pesa 2 chili e 400 grammi (ASCOLTA L'AUDIO)

di Redazione
18 maggio 2021
16:16

Mamma del piccolo Emanuele a 63 anni. È il lieto e straordinario evento avvenuto ieri al Sacro Cuore iGreco Ospedali Riuniti di Cosenza che colleziona un nuovo e straordinario record: è il primo caso in Calabria.

A darne notizia è il responsabile Giancarlo Greco complimentandosi con l’equipe medica guidata dal ginecologo e direttore del dipartimento dell’area materno infantile Raffaele Misasi per l’importante risultato destinato ad offrire un contributo importante nell’ambito della letteratura scientifica riferita alla procreazione medicalmente assistita.


Mamma e figlio stanno bene. Di 2 chili e 400 grammi, il piccolo è nato con parto cesareo effettuato in anestesia epidurale. La gravidanza ha avuto un decorso fisiologico con un supporto farmacologico nei primi mesi della gestazione fino alla piena funzionalità placentare. I controlli periodici da parte del proprio ginecologo Misasi e le buone condizioni di salute della donna hanno fatto sì che la gravidanza potesse arrivare al suo termine naturale, consentendo la nascita del piccolo Emanuele.

La neomamma si era rivolta, infatti, ad un Centro per una fecondazione eterologa mediante ovodonazione, tecnica che consente a una donna di essere madre indipendentemente dall’età. L’ovodonazione è possibile in Italia dall'aprile del 2014. Quando si parla di fecondazione eterologa si pensa soprattutto alla donazione di spermatozoi. Ma la donazione può essere anche da parte femminile, il che significa che le donne possono ricevere un ovocita di un’altra donna più giovane e fecondarlo con gli spermatozoi del partner creando un embrione che viene poi impiantato nell’utero della donna.

L’eccezionalità dell’evento fatto registrare da iGreco Ospedali Riuniti risiede nel fatto che la lancetta dell’età anagrafica della mamma è stata spostata ulteriormente rispetto alle linee guida italiane che impongono un tetto di 43 anni per la fecondazione assistita ed uno di 50 anni per l’eterologa, in coincidenza con la menopausa.

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