Covid, indice di trasmissibilità in Calabria «non valutabile»: per l'Iss scatta il rischio massimo

Dalla bozza del report settimanale dell'Istituto superiore di sanità emerge che le Regioni con rischio più alto sono Puglia e Sardegna, a cui si aggiunge anche quella calabrese a causa dell’impossibilità di avere dati certi (ASCOLTA L'AUDIO)

di Redazione
4 dicembre 2020
16:32

Dalla bozza del report dell'Istituto superiore di sanità-ministero della Salute le Regioni classificate a rischio alto di trasmissione di Sars-Cov-2 sono Calabria, Puglia e Sardegna. La nostra regione resta a «titolo precauzionale non valutabile in modo attendibile per completezza» dei dati e per la circostanza è equiparata al rischio massimo. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale dell'epidemia di Covid. La classificazione a rischio alto «per 3 o più settimane consecutive - si legge - prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale».

«L’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è pari a 0,91 - continua il rapporto Iss -. Si riscontrano valori di Rt puntuale inferiore a 1 in 16 Regioni e province autonome, di queste, 15 hanno un Rt puntuale inferiore a uno anche nel suo intervallo di confidenza maggiore, indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità».


Nell'ultima settimana di novembre e l'inizio di dicembre «si osserva una riduzione generale del rischio complessivo, con la maggior parte delle Regioni e province autonome a rischio moderato e per la prima volta, dopo sette settimane, due a rischio basso», Basilicata e Campania.

«L’incidenza – evidenzia il documento - rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, pertanto è necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio nazionale consentendo una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali ed ospedalieri».

Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva «supera ancora la soglia critica di occupazione a livello nazionale. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.816 (del 24 novembre) a 3.663 (del primo dicembre). Mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 34.577 a 32.811».

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