Covid, proroga divieto mobilità tra regioni. Speranza: «Con varianti restrizioni necessarie»

Videoconferenza alla presenza del ministro Gelmini: «Porterò il documento inviatomi dai presidenti all'attenzione del governo». Bonaccini: «Segnale positivo» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Redazione
21 febbraio 2021
21:26

Una proroga di 30 giorni del divieto di mobilità tra Regioni, che scade il 25 febbraio: è quanto ha anticipato il ministro delle Autonomie Mariastella Gelmini ai governatori durante la videoconferenza governo-Regioni. I limiti, nel nuovo decreto legge Covid,  dovrebbero riguardare anche la possibilità di fare visita ad amici e parenti e cioè la regola che, per ora valida fino al 5 marzo, consente di spostarsi verso un'altra abitazione privata massimo in due persone, con i figli minori di 14 anni.

Il Consiglio dei ministri di domattina si occuperà solo della proroga del divieto di mobilità tra le Regioni, ha precisato la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini.


«Porterò il documento inviatomi dalle Regioni all'attenzione del governo»: lo avrebbe detto la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini al vertice con le Regioni. «Non possiamo pretendere di chiamarvi a ratificare decisioni già prese, ma possiamo e vogliamo chiedervi di partecipare ad un processo decisionale che certo dovrà essere tempestivo, che certo dovrà essere snello, ma che non potrà calare sulle vostre teste», afferma Gelmini. 

Durante la riunione con le Regioni il ministro Gelmini avrebbe manifestato l'intenzione di organizzare, appena possibile, un incontro tra il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e i governatori per parlare dei temi della scuola e della vaccinazione degli insegnanti.

Speranza: «Con varianti restrizioni indispensabili»

«Purtroppo con le varianti in circolazione continuare con le restrizioni è indispensabile». Lo avrebbe detto il ministro della Salute Roberto Speranza, a quanto si apprende, nell'incontro con le Regioni.

Le richieste dell'Anci

Quattro le richieste avanzate dal presidente dell'Associazione Comuni italiani (Anci), Antonio Decaro, a nome dei sindaci, durante il vertice tra governo ed Enti locali in corso stasera.

1) "Il sistema dei parametri per stabilire le limitazioni su basi certe funziona, ha fatto tenere sotto controllo la curva e ci ha evitato un nuovo lockdown generalizzato. Per questo riteniamo che debba restare in vigore, anche se gli indici da utilizzare possono essere modificati sulla base delle indicazioni delle autorità scientifiche al tavolo tecnico con le Regioni".

2) "I ristoranti, a condizione del rispetto di protocolli rigidi sulle distanze, devono poter riaprire anche di sera: la consumazione al tavolo assicura condizioni di sicurezza maggiori rispetto agli assembramenti che purtroppo si creano fuori dai locali che fanno il servizio di asporto delle bevande, soprattutto con l'arrivo della bella stagione".

3) "Bisogna lavorare immediatamente a un piano vaccinale in grado di gestire la vaccinazione di massa che confidiamo di dover organizzare da marzo. Un piano che per funzionare deve coinvolgere i sindaci per l'utilizzo delle strutture comunali che permettono di concentrare numerosi punti di vaccinazione, come i palazzetti dello sport".

4) "Infine occorre procedere con speditezza al finanziamento dei nuovi ristori".

I governatori: «Serve un cambio di passo»

Le Regioni chiedono un cambio di passo sulle norme che determinano i colori delle Regioni, per evitare i continui cambi, che leghi le decisioni a parametri più oggettivi e anche alla possibilità di indenizzi immediati alle singole categorie. Il tutto però senza abbassare la guardia perché le varianti corrono e impongono strette mirate ed immediate.

Per quanto riguarda la scuola, «nel quadro della situazione epidemiologica generale e territoriale, sarebbe necessario qualificare l'attività scolastica (al pari delle altre attività) con un'apposita numerazione di rischio": è quanto si legge nella bozza della piattaforma di proposte che le Regioni presenteranno al governo. "Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale nonché prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori - si conclude il testo -, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica».

Bonaccini: «Dal Governo segnale positivo»

«Avevamo chiesto al Governo un cambio di passo nella gestione dell'epidemia e dall'incontro di stasera arriva un segnale positivo. Il documento unitario con le proposte delle Regioni sarà portato domani in Consiglio dei ministri dalla ministra Gelmini, che ringrazio per averci convocato già questa sera assieme al ministro Speranza. Proposte che nei prossimi giorni saranno discusse tra governo e regioni in vista del nuovo Dpcm ai primi di marzo». Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni al termine dell'incontro con il governo.

«I vaccini priorità assoluta»

«I vaccini devono essere la priorità assoluta». È questa, secondo Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, la richiesta principale che dai territori arriva al governo. «Stiamo andando troppo lenti - ha detto - e il motivo è uno solo: la macchina è pronta, ma mancano le dosi. Al Governo chiediamo, dunque, di cambiare strategia per recuperare più vaccini possibili, valutando da subito di coinvolgere nella fase produttiva anche aziende e realtà italiane. Non c'è tempo da perdere, ne va della tutela della salute di tutti noi, a partire dai soggetti più deboli».

Fra le richieste delle Regioni ci sono poi quella di non fare più comunicazioni di chiusure all'ultimo minuto, come è accaduto la scorsa settimana con gli impianti da sci, di semplificare i parametri del sistema a zone e di elaborare una nuova strategia «che veda i tecnici produrre elaborazioni oggettive e scientifiche sulle quali la politica si assumerà la responsabilità delle decisioni. Ogni chiusura - prosegue Bonaccini - preveda l'erogazione di ristori adeguati nel medesimo provvedimento. Bisogna poi qualificare l'attività scolastica ed universitaria (al pari delle altre attività) con un'apposita numerazione di rischio, anche tenendo conto dei dati oggettivi del contagio nelle istituzioni scolastiche e nel contesto territoriale di riferimento».

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