Sequestro da 7 milioni di euro al cardiologo del Gemelli di Roma che firmava i permessi sanitari per il boss Nicolino Grande Aracri
Il professionista originario di Crotone Alfonso Sestito è stato condannato in in appello a 7 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo Thomas
I militari della Guardia di finanza di Crotone, a conclusione di indagini patrimoniali coordinate dal procuratore della repubblica di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, hanno eseguito il sequestro di un ingente patrimonio, quantificato in oltre sette milioni di euro, nei confronti di un professionista di Cutro, ritenuto contiguo alla potente cosca Grande Aracri.
Si tratta del cardiologo Alfonso Sestito, di 55 anni, condannato in primo grado dal Tribunale di Crotone a 8 anni e 6 mesi di reclusione per associazione mafiosa nell'ambito del processo
“Thomas” contro affiliati al clan Grande Aracri.
Sestito, in particolare, nella qualità di medico in servizio anche al Policlinico Gemelli di Roma, si sarebbe adoperato perché alcuni componenti della cosca, tra cui lo stesso capo della consorteria, Nicolino Grande Aracri, beneficiassero di permessi sanitari o attestazioni mediche in grado di influire sui giudizi di incompatibilità col regime detentivo in carcere.
Nel marzo scorso, la corte d'Appello gli ha ridotto la pena a 7 anni e 4 mesi previa derubricazione dell'accusa di associazione mafiosa in quella di concorso esterno e allo stesso tempo lo ha assolto dall'accusa di tentata estorsione.
Al sequestro dei beni, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda, i finanzieri sono giunti attraverso complessi accertamenti economico-patrimoniali, l'analisi di documentazione societaria e bancaria per cui è stato possibile ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari risultati nella disponibilità del professionista e del suo nucleo familiare, acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo o, comunque, risultati ingiustificatamente sproporzionati rispetto al profilo reddituale dichiarato. Complessivamente sono stati sottoposti a sequestro beni mobili, immobili, compendi aziendali, quote societarie e ditte individuali, rapporti bancari e assicurativi, allo stesso intestati o riconducibili, per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro.
«L’attività odierna - concludono - si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e dalla Guardia di Finanza volte al contrasto, sotto il profilo economico-finanziario, delle associazioni a delinquere di tipo mafioso, al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale e di partecipazione al capitale di imprese sane».