Voli inaccessibili e treni con orari e tempi di percorrenza inadeguati per i pendolari. È la denuncia di un catanzarese che lavora a Roma e deve spostarsi frequentemente tra Lamezia Terme e la Capitale. Il Frecciarossa che prima dell’estate partiva dalla stazione lametina alle 7.25 è stato anticipato di un’ora ma con un tempo di percorrenza più lungo: oltre cinque ore per arrivare a Roma, prima erano solo quattro.

La testimonianza di un pendolare che denuncia l'aggravio dei costi e tempi di percorrenza impossibili per arrivare in treno da Lamezia Terme a Roma. Il costo dei voli, sempre per la Capitale, inaccessibili

«Difatti è diventato impossibile raggiungere la capitale a prezzi modici» spiega Fabio Guerriero. «Una fascia di popolazione non benestante oggi non può raggiungerla perché ci sono prezzi esorbitanti e orari impossibili».

«I prezzi degli aerei sono schizzati a 440 euro solo per recarsi da Lamezia a Roma, un biglietto Roma – New York costa 430 euro, andata e ritorno, siamo di fronte ad una follia. Ma accanto ad un aspetto economico pur sempre rilevante – anche sui treni di Trenitalia, compagnia dello Stato, c’è stato un incremento del 10% – registriamo una modifica oraria che fa sì che i pendolari come me che si recano a Roma ogni settimana per prestare attività lavorativa sono impossibilitati ad arrivare in orario di lavoro se non partendo il giorno prima con un aggravio dei costi in termini di spostamenti, di pranzo e di cene. Diventa insostenibile recarsi a Roma per prestare attività lavorativa che presto da 32 anni».

«Ma ho avuto esperienze diverse nel corso degli anni» racconta ancora Fabio Guerriero. «Nel 2018 c’era un treno che partiva da Lamezia e arrivava alle 10.10 nella capitale, utile per tutti coloro che lavorano e che la sera potevano così tornare nei comuni di residenza. Adesso non è più così, il treno è stato dapprima spostato alle 7.20 con arrivo alle 11.30. Oggi ci costringono a partire alle 6.17 per arrivare alle 11.30 a Roma, cinque ore e mezza di treno. Arriveremo logorati, esasperati e sicuramente più poveri. Mi sembra che non vi sia una visione del trasporto che ci consente di vivere alla pari degli altri cittadini italiani».