Droga nel carcere di Catanzaro, la profezia di un indagato: «L’inchiesta è di Gratteri, ci danno lo spaccio con l’associazione»
Previsione due giorni prima dell’operazione Reset. L'intercettazione coinvolge Bruno Bartolomeo e Pierpaolo Tormento, all'indomani dell'arresto del padre di quest'ultimo
Due giorni prima dell'operazione "Reset", due degli indagati dell'inchiesta contro il presunto narcotraffico nel carcere di Catanzaro, temono che qualcuno possa intercettarli. E uno di loro "prevede" il futuro, essendo forse consapevole che quelle condotte non porteranno a nulla di buono. Anzi, a rimanere dietro le sbarre. A giudicare da quanto scrive il gip Gabriella Pede la situazione prospettata dai due soggetti di Cosenza è coincidente con i pensieri fatti il 30 agosto 2022.
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Qualche giorno prima un componente della famiglia Tormento viene arrestato. Si tratta di Franco, padre di Pierpaolo, già imputato in "Overture". Le manette preoccupano il figlio e Bruno Bartolomeo, il quale rimprovera Pierpaolo di parlare "con troppe persone". Il tema della conversazione captata è la gestione della detenzione del soggetto più grande. A questo punto, parlando anche del ruolo di Riccardo Gaglianese, allo stesso Bartolomeo vien da pensare che dietro a questo arresto possa esserci la Dda di Catanzaro, all'epoca diretta dall'attuale procuratore di Napoli: «Compà, è spaccio compà» esclama Bruno Bartolomeo. «Anzi, c'è Gratteri di mezzo c'è la Dda dietro di lui capito… già che ci sta dietro Gratteri, senza offesa sono venti anni a salire che l'associazione, lui» riferendosi al magistrato di Gerace «sta cercando un'associazione mo' hai capito che sta facendo?».
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Bartolomeo non si è discostato molto dall'attualità, viste le accuse di narcotraffico contestate ai detenuti reclusi nel carcere di Catanzaro, che più che un istituto penitenziario sembrava un hotel di lusso.