Catanzaro - Era stata licenziata perché incinta, oggi dopo due anni, Vittoria, una giovane catanzarese, ha visto riconosciuti i propri diritti. La venticinquenne di Catanzaro, ex apprendista di una nota catena di elettronica ed elettrodomestici, si è vista mettere alla porta a causa della sua condizione di maternità.

 

Adesso, il suo datore di lavoro dovrà risarcirla e reintegrarla nell'ambiente lavorativo, visto che il licenziamento è stato considerato nullo. Il caso segna, peraltro, un'importante precedente, visto che la legge ha con la sentenza che riguarda la giovane catanzarese “affermato” che la libertà del datore di lavoro di recedere da un contratto non può, in nessun modo, porsi in violazione di altri diritti tutelati e garantiti. Come la maternità, appunto.

 

“Dopo due anni di battaglia legale – ha detto Vittoria – ce l'ho fatta. Sono stata messa alla porta perché ero l'unica apprendista neo-mamma, e la mia storia ora può essere d'esempio per le donne che ancora oggi devono assurdamente scegliere tra famiglia e lavoro. Non è sempre vero che i colossi, i cosiddetti giganti furbi dell'economia come la catena con cui ho avuto a che fare e che vanta tanto di essere a norma, rispettino le regole, e non è detto – ha concluso – che non si possa vincere contro di loro”.