La protesta

«Il Governo italiano gioca con i morti»: i familiari delle vittime contro il trasferimento delle salme al cimitero di Bologna

Davanti al palazzetto dello sport di Crotone apparsi manifesti che raccontano la rabbia e la delusione di quanti, arrivati dalla Germania, vorrebbero avere ancora un po' di tempo per organizzare il rientro delle salme dei propri cari in Afghanistan e negli altri Paesi d'origine

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di Redazione
8 marzo 2023
14:30

"Il governo italiano gioca con i morti". Così recita il cartello di una donna afgana che nel naufragio di Steccato di Cutro ha perso la figlia ed il genero. Lei arriva dalla Germania come molti dei parenti delle vittime che stanno protestando pacificamente contro la decisione del Governo di trasferire entro oggi al cimitero musulmano di Bologna tutte le salme delle vittime. Noi vogliamo i corpi delle vittime in paesi di origine in Afghanistan o dove famiglia vuole" è scritto in un altro cartello che spiega il motivo della protesta. «Hanno cercato di portare via bare senza dire niente prima» dice un altro afgano disteso sulla strada.

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A quanto pare, la decisione del governo è stata presa dopo che è venuto meno l'impegno a coprire i costi dei trasferimenti delle salme nei paesi di origine. Il governo italiano, secondo quanto affermano i parenti delle vittime, sarebbe disponibile solo a pagare i trasferimenti interni. La loro richiesta è quella di poter permettere ai familiari di espatriare le bare dei loro cari in Afghanistan o, per una minima parte, in Germania.


La protesta è destinata a proseguire finché non verrà cambiata la decisione. «Il presidente Mattarella aveva preso un impegno - dice Abdollhalim Yadgary giovane afgano che vive in Germania e nel naufragio ha perso sei familiari - ma vogliono che qui ora che arriva il governo sia tutto pulito». Da parte delle associazioni che si stanno occupando di dare supporto psicologico alle famiglie delle vittime è stato anche evidenziato che la presenza dei parenti a Crotone è importante anche per riconoscimento dei cadaveri che verranno recuperati in quanto dopo 10 giorni in mare si potranno identificare solo attraverso il prelievo del dna.

 

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