Farmabusiness, gli indagati non rispondono al gip. In silenzio moglie e figlia di Grande Aracri

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere quasi tutte le persone coinvolte nell'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro  gravitante attorno alla creazione della società Farma Italia, ritenuta in odor di mafia

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di Luana  Costa
21 novembre 2020
16:03

Si sono avvalse della facoltà di non rispondere la moglie e la figlia di Nicolino Grande Aracri, Giuseppina Mauro e Elisabetta Grande Aracri, entrambe coinvolte nell'inchiesta Farmabusiness istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e che ruota attorno alla creazione di una società Farma Italia operante nel settore farmaceutico. Questa mattina si sono svolti gli interrogatori di garanzia per gli 11 indagati attinti giovedì mattina dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere.

 


Quasi tutti gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, in particolare, Giuseppina Mauro e Elisabetta Grande Aracri, accusate di associazione mafiosa ma anche Salvatore Grande Aracri, 34 anni, e Salvatore Grande Aracri, 41 anni, ritenuti ai vertici dell'omonima cosca operante a Cutro nel crotonese. Si è riservato, invece, di avanzare un'istanza di nuova richiesta d'interrogatorio Domenico Scozzafava, imprenditore catanzarese, e ritenuto dagli inquirenti il collante tra gli ambienti criminali cutresi e le istituzioni regionali. Si è avvalso della facoltà di non rispondere professandosi innocente ed estraneo alle contestazioni.

 

Ha chiarito la sua posizione, invece, Pancrazio Opipari, accusato di violenza a pubblico ufficiale ed estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Nel corso dell'interrogatorio si è professato estraneo all'associazione criminale, lunedì il suo legale di fiducia presenterà un'istanza per ottenere la modifica della misura cautelare.

 

Non hanno risposto al Gip del Tribunale di Catanzaro, Giulio De Gregorio, neppure Giuseppe Ciampà e Gaetano Le Rose, entrambi imprenditori crotonesi e ritenuti vicini agli ambienti criminali tanto da riuscire, grazie all'intervento delle cosche, ad accaparrarsi i lavori di costruzione e ottenere facilitazioni del settore del commercio. Silenzio anche da parte di Salvatore Romano, di Cutro e ritenuto ai vertici della cosca Grande Aracri accusato di estorsione e detenzione di armi. Ha risposto invece al Gip, Santo Castagnino, accusato di associazione mafiosa e di essere il terminale del clan sul territorio per la gestione e l'imposizione dei videopokers. Si è professato innocente e estraneo ad ogni accusa. Ancora in corso l'interrogatorio di garanzia di Leonardo Villirillo.

 

 

Inizieranno a partire da martedì gli interrogatori di garanzia, invece, per gli indagati a cui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari. Otto complessivamente tra cui figura anche il dimissionario presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico elettorale.

 

 

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Luigi Colacino, Gregorio Viscomi, Michele De Cillis, Andrea e Dario Gareri, Valerio Vianello, Mario Nigro e Salvatore Perri.

Giornalista
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