Torniamo a occuparci della liberazione dell’attivista calabrese Vincenzo Fullone, fermato dagli Israeliani a bordo della Flotilla diretta a Gaza. Fullone è atterrato pochi minuti fa a Lamezia Terme e allora sentiamo la sua testimonianza

È arrivato con la voce rotta per l'emozione, dopo gli abbracci, i cori e i saluti all'uscita del gate che l'ha riportato nella sua Calabria. Vincenzo Fullone ha toccato terra dopo l'emozionante e terribile avventura della Flotilla. Numerosissime persone sono andate ad incoraggiarlo, alcuni neppure lo conoscevano, ma erano lì solo per portargli solidarietà.

Rispondendo in esclusiva alle domande del nostro network, Fullone ha detto che gli rimane «il grandissimo rammarico di non aver potuto toccare le rive di Gaza», che ha visto soltanto stamattina, volando dall’aereo. Nessun riferimento — e non era il caso — alla sua prigionia. Soltanto l’emozione di tornare a casa, col pensiero però rivolto «a tutti quelli che rimangono lì».

Poi, la riflessione più dura: «La pace, ha detto, perché continuate a parlare di pace? Non c’è una guerra, c’è soltanto un genocidio ai danni di una popolazione inerme». E ancora: «Eppure noi dobbiamo tanto alla Palestina, da tanti punti di vista, soprattutto quello religioso. La nostra cristianità parte da lì».

«Ho avuto qualche momento di paura, ma nulla in confronto a quella che hanno sentito quelle popolazioni», ha aggiunto con un sorriso e un nodo in gola.

Poi, il grido di tutti quelli che lo circondano, con striscioni di benvenuto e tante, tante bandiere. Un solo coro si leva, potente e commosso: «Palestina libera».