Esperto di criminalità organizzata, gestione dei collaboratori di giustizia e indagini antimafia, il magistrato Francesco Minisci, originario di San Demetrio Corone, è stato nominato nuovo procuratore della Repubblica di Frosinone. Il suo percorso è tra i più solidi con oltre vent’anni di servizio maturati tra Cosenza, Catanzaro e Roma, sempre sul fronte più esposto della giustizia penale.

Francesco Minisci, gli inizi a Cosenza e l’esperienza in Dda

Minisci entra in magistratura nel 1997 e dal 1999 presta servizio alla procura della Repubblica di Cosenza come sostituto procuratore. In dieci anni si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, criminalità economica, usura e attacchi a operatori economici da parte di gruppi criminali, svolgendo spesso funzioni di coordinamento. Dal 2002 viene applicato stabilmente alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dove tratta delitti di 'ndrangheta, estorsioni, usura e traffici di droga aggravati dal metodo mafioso, nonché omicidi di matrice mafiosa. Uno dei procedimenti affrontati in dibattimento era Twister, l'indagine contro l'usura a Cosenza. L’esperienza calabrese, arricchita da supplenze alla Procura Generale di Catanzaro, forma la base solida per il passaggio a una realtà ancora più complessa.

Il passaggio a Roma: terrorismo e processi delicatissimi

Nel 2009 è trasferito alla procura della Repubblica di Roma, dove inizia occupandosi di reati gravi contro il patrimonio, usura ed estorsione. Dal 2011 entra nel gruppo antiterrorismo, seguendo inchieste legate all’anarco-insurrezionalismo e all’antagonismo sociale. Nel 2013 approda alla Dda capitolina, dove resta per un decennio, distinguendosi per la gestione di procedimenti ad alta complessità e per la capacità di lavorare in stretta sinergia con la polizia giudiziaria, con le altre Dda e con le autorità straniere, anche tramite rogatorie internazionali.

Tra i suoi incarichi, la gestione giuridica e amministrativa di collaboratori di giustizia in materia di ‘ndrangheta e criminalità romana, nonché la rappresentanza dell’accusa in processi di rilevante delicatezza, condotti spesso dopo aver coordinato le indagini.

Le valutazioni: professionalità e rigore

Secondo il Consiglio Giudiziario della Corte d’Appello di Roma, che ha espresso un giudizio altamente positivo nel marzo 2024, Minisci ha sempre mostrato «rigore giuridico, chiarezza espositiva, acume investigativo e grande senso pratico», con una professionalità “encomiabile” e uno standard qualitativo eccellente nella redazione degli atti e nella conduzione delle indagini.

Particolare apprezzamento viene riservato anche alla sua efficacia in aula: «Ha garantito l’eccellenza nella funzione requirente grazie alla padronanza delle tecniche di esame e controesame e alla capacità di elaborare strategie processuali di alto profilo», si legge nel parere. Dal 2023 è tornato nel gruppo antiterrorismo della procura di Roma, mentre si avviava il percorso che lo avrebbe portato a Frosinone.