VIDEO | Venne chiuso nel 1997 e i detenuti trasferiti nella nuova struttura di località Cocari. Siamo andati ad esplorarlo con le nostre telecamere: liste della spesa e poster ancora ai muri, ma anche segni di qualche presenza più recente. Ecco cosa abbiamo trovato
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“Urbexer” per un giorno. Nelle grandi metropoli si chiamano così gli esploratori di edifici e aree abbandonate, con una crasi tra “urban” ed “explorer”. A Vibo per diventarlo non serve fare tanta strada, basta inoltrarsi nel centro storico, sotto l’ombra del Castello Normanno Svevo che si staglia poco più in alto. Qui, con tanto di targa che ne indica la datazione, si trova un vecchio convento agostiniano costruito agli inizi del ‘400 ma poi trasformato in carcere. E tale è rimasto fino al 1997, quando fu definitivamente chiuso. Quell’anno, i detenuti, un centinaio in tutto, vennero trasferiti nel nuovo penitenziario di località Cocari. Sono passati quasi 30 anni e da allora il degrado ha preso possesso di questo tesoro dimenticato.
Fino a qualche mese fa il palazzo, avvolto dalla vegetazione, era inaccessibile. Poi il lucchetto che bloccava la porta in ferro dell’ingresso è stato divelto. Chiunque, se ha abbastanza sangue freddo, può entrare nel vecchio monastero che trasuda storia e mistero. Lo abbiamo fatto con le nostre telecamere, per documentare ciò che resta del carcere di Sant’Agostino.
Appena entriamo notiamo un mucchio di vestiti e alcune bottiglie per terra. Il segno del passaggio di qualche senzatetto, ma potrebbero rivelare anche la presenza saltuaria di tossicodipendenti che vengono qui, lontano da occhi indiscreti.
Un calendario riporta la data del maggio 1995, un altro è fermo a gennaio dello stesso anno, nelle caselle sono trascritti alcuni appunti per visite mediche e ferie. Affisso su una delle tante pareti scrostate dall’umidità c’è anche una lista della spesa con il prezzo in lire delle varie derrate alimentari. Un giornale riporta la notizia di “Berlusconi gradito anche dal Pd”, ma questa volta l’anno è il 2009, segno che dopo la chiusura il palazzo è stato frequentato. D’altronde, nel 2014 la polizia scoprì qui un’officina meccanica abusiva. Altre indagini accertarono inoltre che l’edificio veniva utilizzato come nascondiglio per armi. Ma dopo il clamore di quelle operazioni, sull’ex carcere cadde nuovamente l’oblio.
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