Traffico migranti

La rotta dei viaggi clandestini, dall’organizzazione in Turchia agli snodi in Calabria per raggiungere l’Europa

La Dda di Catanzaro ricostruisce l'organizzazione, dai primi contatti in Anatolia al passaggio in Grecia fino al sud Italia. Una rete transnazionale articolata in cellule e costituita da soggetti radicati sul territorio con regolare permesso di soggiorno (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
10 maggio 2023
18:20

Tredici, quattordicimila dollari, di meno non si può. La conferma del prezziario dei viaggi dei migranti clandestini verso l'Europa avviene in diretta televisiva. Nel corso di un approfondimento realizzato dall'emittente curda K24 è uno degli odierni indagati a fornire i dettagli economici: «Per l'Italia chiedo tredici o quattordicimila dollari, non posso mandarli per pochi soldi perché per una sola persona ci vogliono 5.500 o 6.000 euro per andare in Italia da Atene. Da qui ci vogliono 3.000 dollari, anch'io devo guadagnare 500 o 1000 dollari, se no come possono passare?» spiega l'intervistato, oggi annoverato tra coloro che ricoprono un ruolo di primo piano all'interno della cellula turca.

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La cellula turca

Il primo punto di contatto con i migranti avviene, infatti, in Turchia nel quartiere Akarasay «dove si reca chi intende partire per prendere tutte le informazioni utili sull'organizzazione del viaggio e sull'importo da corrispondere mediante il sistema hawala» annota il gip del Tribunale di Catanzaro che questa mattina ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare con cui si ipotizza l'esistenza di una associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e al riciclaggio del denaro proveniente dall'attività illecita. 


Rete transazionale

L'attività di indagine  eseguita dalla squadra mobile di Crotone sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e dalla direzione centrale anticrimine si basa principalmente sulla captazione di conversazioni telefoniche e telematiche che hanno consentito di accertare un organismo associativo transnazionale articolato in diverse cellule. Ed è in Turchia che inizia l'organizzazione del viaggio: «Una volta raggiunto l'accordo e versata la prima parte della somma pattuita i migranti vengono condotti alla frontiera ellenico-turca e in particolare nella città di Salonicco».

La cellula greca

Qui avviene il "passaggio di consegne" con la cellula greca ai quali viene versata la seconda parte del compenso pattuito. I migranti vengono condotti ad Atene e poi a Petrasso dove prendono contatti con gli skipper e attendono il momento favorevole alla partenza a bordo di barche a vela. «Una volta giunti in prossimità della costa italiana i migranti si mettono in contatto con i sodali della cellula del sud Italia, i quali forniscono loro delle indicazioni su come eludere i controlli delle forze dell'ordine». 

La cellula del sud Italia

Giunti sulle coste calabresi i migranti vengono ospitati, sfamati e riforniti di biglietti per il treno con destinazione Milano. A volte la partenza si sposta da Foggia, città che i migranti raggiungono a bordo di auto. Per il servizio il prezzo oscilla da 500 a 600 euro a testa. La cellula italiana, secondo il gip, riveste un ruolo fondamentale all'interno del sodalizio poiché «rappresenta la fase finale del viaggio intrapreso dai migranti prima di raggiungere le capitali europee». Si compone di «soggetti radicati sul territorio, titolari di regolari permessi di soggiorno» che sfruttano i loro contatti in Grecia e Turchia.

Gli snodi verso l'Europa

Milano, Torino, Trieste e Ventimiglia sono gli ultimi snodi lungo lo Stivale per assicurare ai migranti il passaggio oltre i confini. Da Milano verso Ventimiglia o Trieste - in base alla destinazione da raggiungere - con una predilezione per i trasporti in treno o a bordo di un taxi, tutto ovviamente pagato in anticipo dai migranti: le cifre oscillano da 500 a 800 euro per varcare il confine italiano.

La cassa triestina

E tutto rigorosamente pagato attraverso il sistema hawala, con il meccanismo del money transfer o in contanti. A Trieste, secondo la ricostruzione della Procura, si localizza la cassa del gruppo. In casa di colui il quale viene identificato come «figura centrale della cellula triestina» è stato rinvenuto un consistente deposito denaro in contante e un vero e proprio libro maestro dove la moglie annotava le movimentazioni in entrata e in uscita. «Il viaggio dei migranti verso il nord Italia non poteva proseguire prima del riscontro del pagamento». Il saldo doveva essere avvenuto prima di acquistare i biglietti del treno verso il confine italo-francese.

Il money transfer

«Le transazioni di denaro effettuate tramite money transfer consentivano l'inoltro da paesi stranieri - come la Turchia e l'Iraq - di somme di denaro destinate ai sodali dell'organizzazione dislocati sul territorio nazionale e l'utilizzo di false generalità o prestanomi con la funzione di ostacolare il tracciamento del denaro» annota il gip.

Giornalista
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