Inchiesta Appalto amico, in Appello pena ridotta per il sindaco di Aieta Gennaro Marsiglia

Era finito agli arresti il 6 luglio del 2018 per le masioni svolte da funzionario contabile dei comuni di Buonvicino e Maierà con le accuse di turbativa d'asta e corruzione. Ora i giudici escludono quest'ultima ipotesi e hanno ridotto la condanna (sospesa) a 8 mesi 

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di Francesca  Lagatta
24 maggio 2021
14:40
Gennaro Marsiglia. Fonte foto: profilo Facebook
Gennaro Marsiglia. Fonte foto: profilo Facebook

La corte di Appello di Catanzaro, composta dal presidente Giulio De Gregorio e le consigliere Ippolita Luzzo e Giovanna Mastroianni, hanno notevolmente ridotto la pena inflitta in primo grado al sindaco di Aieta, Gennaro Marsiglia, assistito dagli avvocati Alessandro Gaeta e Nicola Carratelli. L'amministratore, tornato in carica dopo un periodo di sospensione delle cariche pubbliche, nel luglio 2018 era rimasto coinvolto nell'inchiesta "Appalto Amico", volta a fare luce sulle gare pubbliche, ma non per le sue funzioni di primo cittadino, bensì per le sue mansioni di funzionario contabile al servizio dei comuni di Buonvicino e Maierà. I giudici catanzaresi hanno anche cancellato il capo di imputazione relativo alla corruzione, chiarendo che il fatto non sussiste.

Pena ridotta a un quinto

A dicembre del 2018, i giudici del tribunale di Paola lo avevano condannato a 4 anni di reclusione, confermando in larga parte le accuse mosse dalla procura guidata dal magistrato Pierpaolo Bruni. Ora la nuova sentenza, tenendo conto delle attenuanti generiche, della scelta del rito abbreviato e della prescrizione di uno dei reati contestati, ha inflitto 8 mesi di carcere (pena sospesa) e abbassato la multa da 42mila euro ad appena 400. Ma a influenzare fortemente il giudizio, è stato la cancellazione del reato di corruzione, perché secondo la magistratura giudicante di Catanzaro il fatto non sussiste. A Marsiglia è stata inoltre revocata la confisca dei beni.


L'inchiesta "Appalto Amico"

L’inchiesta denominata Appalto Amico riguardava la gestione di diversi appalti pubblici nei comuni di Buonvicino, Maierà e in altri comuni dell’alto Tirreno cosentino. Originariamente, gli inquirenti contestavano agli indagati, a vario titolo, i reati di turbativa d’asta e corruzione. La mattina del 6 luglio 2018, oltre a Marsiglia, erano finiti agli arresti anche la moglie Chiara Benvenuto e l'imprenditore Andrea Biondi, in qualità di responsabili della cooperativa Artemisia, finita all'attenzione della procura per l’aggiudicazione di numerose commesse, tra cui quello di supporto al servizio tributi di Maierà, il Comune dove Marsiglia era responsabile finanziario.

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