La sentenza

Basso Profilo, in appello l’ex assessore regionale Franco Talarico condannato a 1 anno e 4 mesi

In primo grado era stato condannato a 5 anni di carcere. I giudici hanno oggi riqualificato il reato in corruzione elettorale semplice, escludendo lo scambio politico mafioso. Confermata l’assoluzione del notaio catanzarese Rocco Guglielmo

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di Luana  Costa
12 settembre 2023
15:08

Un anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa e annullamento delle misure interdittive. È quanto è stato inflitto dalla Corte d'Appello di Catanzaro a Francesco Talarico, ex assessore al Bilancio della Regione Calabria ed ex coordinatore dell’Udc regionale. Il politico lametino è rimasto coinvolto nell’inchiesta istruita dalla Dda di Catanzaro, denominata Basso Profilo, con l’accusa di voto di scambio politico mafioso.

In particolare, la Procura gli contesta di aver ottenuto appoggio elettorale durante le elezioni politiche del 2018 da soggetti ritenuti vicini ad ambienti mafiosi. Il politico si era candidato nel collegio uninominale di Reggio Calabria.


In primo grado e con rito abbreviato, Talarico era stato condannato alla pena di 5 anni di carcere ma la Procura nell’impugnare la sentenza del Gup del Tribunale di Catanzaro aveva chiesto un inasprimento della pena, a 6 anni e 8 mesi di reclusione. La Corte d'Appello oggi ha riqualificato il reato in corruzione elettorale semplice, escludendo lo scambio elettorale politico mafioso. Talarico è difeso dall'avvocato Francesco Gambardella.

Confermata l’assoluzione del notaio catanzarese, Rocco Guglielmo, dalle accuse di falsità ideologica in atti pubblici e di trasferimento fraudolento di beni in relazione alla sottoscrizione di una serie di atti notarili che, secondo la Procura, avrebbero agevolato le operazioni di riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti di società riconducibili all’imprenditore catanzarese Antonio Gallo. Il procuratore generale per lui aveva invocato una pena a 4 anni di reclusione. Guglielmo è difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Filippo Giunchedi.

La Corte di Appello di Catanzaro ha fortemente ridimensionato le originarie accuse mosse nei confronti di Giuseppe Truglia, funzionario del Consorzio di Bonifica Ionio Crotonese, escludendo a suo carico sia l’aggravante dell’aver agevolato l’ipotizzata associazione di stampo mafioso, sia il reato di corruzione per aver asseritamente favorito l’imprenditore Antonio Gallo in occasione di numerosi affidamenti diretti effettuati dal Consorzio di Bonifica ionio Crotonese, dal 2015 al 2018, in favore della Società Antinfortunistica Gallo. Giuseppe Truglia fa parte dei 22 imputati nel filone abbreviato del processo scaturito dall’inchiesta Basso Profilo, giunto oggi a sentenza. Confermata invece l’ipotesi accusatoria relativa alla presunta turbativa di una gara per la fornitura di dispositivi di sicurezza nell’anno 2017.

La Corte di Appello ha quindi rideterminato in 1 anno e quattro mesi la pena, originariamente stabilita dal Giudice di primo grado in 6 anni, concedendo altresì la sospensione condizionale della pena. Il Collegio difensivo composto dagli avvocati Vincenzo Ioppoli e Arturo Bova, i quali hanno già annunciato di voler ricorrere dinanzi alla Corte di Cassazione non appena verranno depositate le motivazioni da parte del Collegio, rimarca comunque l’importanza della pronuncia della Corte di Appello che restituisce a Giuseppe Truglia l’onorabilità e il decoro pubblico e privato fortemente lesi dalle infamanti accuse di favoreggiamento di fenomeni mafiosi e corruttivi.

Giornalista
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