Inchiesta Lande desolate, assolto l'ex presidente della Regione Mario Oliverio

VIDEO | L'ex governatore giudicato con rito abbreviato era accusato di corruzione e abuso d'ufficio. Cadono i capi d'imputazione anche per Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio per i quali è stata emessa sentenza di non luogo a procedere

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di Luana  Costa
4 gennaio 2021
11:01
Mario Oliverio
Mario Oliverio

È stato assolto dall'accusa di corruzione e abuso d'ufficio l'ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, coinvolto nell’inchiesta istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro denominata Lande desolate che aveva puntato i riflettori su presunti illeciti commessi nelle procedure di affidamento di gara relative a importanti opere pubbliche. Questa mattina è stata emessa sentenza di assoluzione dal Gup del Tribunale di Catanzaro, Giulio De Gregorio, nei confronti dell’ex governatore nell’ambito del procedimento che si stava svolgendo con rito abbreviato.

Sentenza di non luogo a procedere è stata emessa poi per l'ex consigliere regionale, Nicola Adamo, e per la deputata, Enza Bruno Bossio, che aveva scelto di esere giudicati con rito ordinario e coindagati assieme a Mario Oliverio in relazione all'appalto e ai lavori di piazza Bilotti a Cosenza. In particolare, secondo l’ipotesi della Procura, Mario Oliverio, Nicola Adamo e Enza Bruno Bossio si sarebbero adoperati per rallentare i lavori di piazza Bilotti a Cosenza nel maggio del 2016 in concorso con Francesco Tucci, direttore dei lavori, e all’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri. L’accordo “illecito” avrebbe consentito a questi ultimi due di ricevere dall’ex governatore ulteriori finanziamenti sebbene “non dovuti né legittimamente esigibili”. Sentenza di non luogo a procedere è stata emessa anche nei confronti di Paola Rizzo e Arturo Veltri, dirigenti regionali. 


Mario Oliverio, difeso dagli avvocati Vincenzo Belvedere e Armando Veneto, era accusato anche di abuso d’ufficio per aver avvantaggiato una società riconducibile a Giorgio Ottavio Barbieri, affidataria dei lavori di ammodernamento degli impianti sciistici di Lorica. In particolare, l’ex governatore avrebbe assecondato le richieste di Luigi Zinno, ex dirigente del dipartimento regionale Programmazione nazionale e comunitaria, e di Arturo Veltri, consigliere di amministrazione della Lorica Ski, disponendo di assolvere all’obbligo contrattuale relativo al cofinanziamento pubblico dei lavori per l’ammodernamento degli impianti sciistici di Lorica.

In due successivi incontri Oliverio avrebbe indotto alla corresponsione degli importi alla Lorica Ski; accollando così per intero alla Regione Calabria il costo dei lavori consapevole dello stallo dei lavori e della incapacità tecnica e finanziaria del gruppo Barbieri, riconducibile a Giorgio Ottavio Barbieri, legale rappresentante e socio della società aggiudicataria dell’appalto.

Nel dicembre del 2015 sarebbe avvenuta la liquidazione di due milioni e 900mila euro in favore del Comune di Pedace da erogare alla Lorica Ski, a copertura dei lavori apparentemente eseguiti a Lorica. Successivamente avrebbe adottato una delibera di giunta per appostare in bilancio la somma di 4 milioni e 200mila euro da destinare alla stessa società per “mero tornaconto politico”, ovverosia per ripagare Francesco Tucci, direttore dei lavori, e Ottavio Barbieri che ne avevano assecondato gli interessi politico-elettorali a Cosenza, promettendogli e adoperandosi fattivamente per rallentare, strumentalmente, i lavori pubblici di Piazza Bilotti per pregiudicare così sul piano politico-elettorale il sindaco uscente di Cosenza Mario Occhiuto.

L’aviosuperficie di Scalea

Nel calderone dell’inchiesta erano finiti anche i lavori di ammodernamento dell’eliosuperficie di Scalea, aggiudicati sempre ad una società riconducibile ad Ottavio Barbieri, la Barbieri Costruzioni. Secondo la ricostruzione della Procura, tra il 2015 e il 2017 Giorgio Ottavio Barbieri, Francesco Tucci in qualità di direttore dei lavori, Pasquale Latella rup del Comune di Scalea e Luigi Zinno dirigente generale del dipartimento regionale Programmazione si organizzavano per disporre “l’indebito” affidamento di opere complementari, a valere su fondi pubblici, per un valore di un milione di euro rappresentando falsamente lo stato di avanzamento dei lavori fino alla liquidazione di tutti i contributi.

Per l’ex governatore della Calabria, Mario Oliverio, la Procura aveva chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Si apre invece il processo per tutti gli altri indagati che avevano scelto di essere giudicati con rito ordinario e oggi rinviati a giudizio. Si tratta di Giorgio Ottavio Barbieri, Carlo Cittadini, Vincenzo De Caro, Ettore Della Fazia, Gianbattista Falvo, Gianluca Guarnaccia, Carmine Guido, Rosaria Guzzo, Pasquale Latella, Damiano Francesco Mele, Marco Trozzo, Francesco Tucci, Luigi Giuseppe Zinno.

L’avvocato Belvedere: «Da sentenza nasce suo riscatto»

«Oggi il gup ha stabilito che 'il fatto non sussiste' e assolto l'ex presidente Mario Oliverio con la formula più ampia. Oliverio ovviamente è molto soddisfatto perché da questa assoluzione nasce il riscatto rispetto al danno arrecato alla sua immagine, considerato che era stato raggiunto da un provvedimento cautelare restrittivo proprio mentre era in carica e in seguito la segreteria romana del suo partito, proprio a causa di questo processo, non aveva voluto ricandidarlo. Non meritava questo trattamento dopo tanti anni di politica». Lo afferma in una dichiarazione uno dei legali di Oliverio, l'avvocato Enzo Belvedere. 

Giornalista
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