Sul piede di guerra

«Inneggia alla mafia»: polemiche anche a Casali del Manco per l’esibizione della cantante Merante a Pasqua

Lettera aperta dei cittadini, indignati per il patrocinio dell'amministrazione comunale al concerto. Non è la prima volta che la politica locale finisce nell'occhio del ciclone per aver ospitato la cantante folk: a Capodanno 2021 il caso Nicotera (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Redazione
15 aprile 2022
18:30
Teresa Merante (foto dalla pagina facebook)
Teresa Merante (foto dalla pagina facebook)

«Uno scandalo! Non troviamo altre parole per esprimere tutto il nostro sdegno per l’infelice scelta della quale l’amministrazione comunale si è fatta carico. Alla festa di Santa Maria di Pedace, infatti, si esibirà sul palco tale Teresa Merante. Sicuramente sconosciuta ai più, la cantante è assurta ai (dis)onori della cronaca per i suoi testi che paiono strizzare l’occhio agli ambienti della criminalità organizzata calabrese».

È l'inizio della lettera aperta che un gruppo di cittadini, capeggiati dal movimento Voci in cammino, ha indirizzato all'amministrazione comunale di Casali del Manco, che ha patrocinato la festa di Santa Maria a Pedace. Festa che, appunto, vede in programma per la sera di Pasqua il concerto della cantante folk calabrese Teresa Merante.


«Un’amministrazione comunale che offre il patrocinio ad un evento pubblico deve assicurarsi di non veicolare valori e messaggi negativi. I nostri giovani - si legge nella lettera aperta - ascolteranno queste canzoni, memorizzeranno questi testi, acquisiranno un esempio assolutamente inopportuno. Il tutto con il beneplacito dell’istituzione comunale, la quale al contrario dovrebbe educare ai valori dell’antimafia in linea con il dettato costituzionale e con lo stato di diritto». Proprio nel territorio di Casali del Manco meno di un mese fa è stato rintracciato il boss 67enne della Locride Fernando Spagnolo, dopo tre anni di latitanza.

Il precedente: Teresa Merante a Nicotera

Non è la prima volta che Merante finisce al centro delle polemiche per le sue canzoni, accusate di inneggiare alla mafia. E con lei anche esponenti politici locali. Risale al Capodanno 2021 il caso Nicotera, cittadina del Vibonese dove la cantante girò il videoclip di una sua canzone - “Bon Capudannu”, con alcuni passaggi dedicati ai carcerati -, con tanto di brindisi con il sindaco. Uno scivolone che lo stesso primo cittadino aveva ammesso, scusandosi e dichiarando di non aver letto prima il testo della canzone. 

Un suo video che aveva avuto quasi 4 milioni di visualizzazioni, "U latitanti", dopo polemiche che avevano coinvolto anche la Puglia (visto che la musica era di un brano tradizionale salentino), alla fine è stato rimosso dalla rete. Altri titoli emblematici di sue canzoni sono “Malandrini cunfinati”, “L’omu d’onori”, “Il Capo dei capi”, “Pentiti e ‘nfamità”. Ora i cittadini di Casali del Manco sono sdegnai per questa scelta e polemizzano con l'amministrazione comunale.  

La Merante, da parte sua, ha già in passato risposto ad altre simili polemiche con un secco: «Non accetto di essere etichettata come la cantante della malavita in Calabria»

Il deputato Sapia annuncia verifiche ministeriali

Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato di Alternativa Francesco Sapia: «Trovo incredibile che il Comune di Casali del Manco rinneghi la propria storia politica e culturale e patrocini il concerto di Teresa Merante, nel cui repertorio figurano brani di promozione della cultura mafiosa e di odio nei confronti degli uomini della polizia, con versi che addirittura incitano all’assassinio degli stessi tutori della legge».

«Sulla vicenda vorrò verificare, anche in sede ministeriale, se il patrocinio comunale possa considerarsi in questo caso legittimo e intoccabile. Nessuna amministrazione pubblica dovrebbe poter patrocinare e in qualunque modo pagare un concerto tenuto da un cantante che tra l’altro veicola messaggi contrari alla legalità e al senso dello Stato. Mi auguro – conclude Sapia – che l’amministrazione di Casali del Manco non faccia rivoltare nella tomba Rita Pisano, Fausto Gullo e tutte le persone del territorio che sono morte portando nel cuore ideali e valori di una nobilissima tradizione politica».

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