In cattedra

L’artista calabrese dei robot Massimo Sirelli finisce nei libri di scuola: «Bellissimo poter ispirare tanti ragazzi»

Già famoso in tutto il mondo per le sue opere realizzate con materiali di risulta e vecchie cose ora entra anche nel volume Tecnologia destinato agli studenti delle Medie: «È una grande soddisfazione»

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di R. C.
1 febbraio 2024
15:10
Massimo Sirelli e le sue opere nel libro Mondadori
Massimo Sirelli e le sue opere nel libro Mondadori

Non capita tutti giorni di finire in un libro di scuola. Una consacrazione importante per un giovane artista calabrese, Massimo Sirelli, che trasforma - letteralmente - materiale di risulta e vecchie cose, in opere d’arte. A cominciare dai suoi robot, giocattoli artistici che hanno incantato anche Dubai, dove la “Family Robots 2019” è stata scelta, unica creazione italiana, come installazione permanente a Jumeirah Road. 

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È proprio lui, sulle sue pagine social, ad annunciare quella che definisce «una notizia importante che voglio condividere con tutti voi». «I miei Robot - scrive oggi - sono stati inseriti tra le pagine in un volume di Tecnologia destinato agli studenti della Scuola secondaria di primo grado edito da Mondadori Education. È una grande soddisfazione sapere che in qualche modo tantissimi ragazzi potranno esser ispirati dal mio lavoro».


Sirelli, classe ’81, da piccolo ha girato il mondo insieme alla sua famiglia rimanendo abbagliato dalla street art e riportandone lo spirito nella sua città, Catanzaro, dove è diventato, appena adolescente, il capostipite della graffiti art di cui nessuno ancora parlava. Nel 2013, il boom. «Lanciai una piattaforma online con i primi venti robot che avevo creato - disse alla nostra Alessia Principe in un’intervista del 2021 -, ognuno aveva un nome, un passato, un carattere. Chi desiderava adottarne uno doveva scrivermi e spiegarmi perché aveva scelto proprio quello. Allora io valutavo se potesse essere un bravo genitore e se lo era allora imballavo e spedivo». Un successo clamoroso: «Arrivarono migliaia di lettere di adozione, richieste di interviste da parte di giornali nazionali, televisioni. Non ero preparato. Ho dovuto lasciare tutti gli altri lavori e dedicarmi solo ai miei robot. Ho sempre avuto la passione per le cose vecchie, mi incantano gli oggetti arrugginiti, dismessi, credo che esprimano un concetto di povera bellezza, affascinante, magnetica quasi».

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Ora, grazie alla sua arte ha raggiunto un nuovo traguardo, forse più gratificante di un premio internazionale. «Penso a quando ero piccolo e con stupore guardavo le immagini nei libri delle opere d’arte che poi ho visto dal vivo in età adulta, quanto mi hanno fatto sognare», ha concluso nel suo post.

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