Omicidio Ascone

La moglie intercettata con l’amante: «Non hanno prove». E lui: «Le mie impronte sul freno a mano…»

Dalle carte dell’inchiesta emerge il piano che sarebbe stato orchestrato dalla coppia per uccidere l'imprenditore agricolo di Taurianova scomparso nel nulla il 27 dicembre dello scorso anno (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Francesco Altomonte
12 aprile 2022
20:30
Le auto nel parcheggio del ristorante; nel riquadro Agostino Ascone
Le auto nel parcheggio del ristorante; nel riquadro Agostino Ascone

Il suo omicidio sarebbe stato premeditato. Agostino Ascone doveva morire, così avrebbero deciso sua moglie Ilaria Sturiale e il suo amante Salvatore Figliuzzi. Un omicidio progettato, secondo la versione degli investigatori, almeno da un mese prima, da quando la donna discuteva del suo trasferimento a casa dell’amante a Rosarno. E proprio nel popoloso centro del Piana, secondo gli inquirenti, Ascone sarebbe stato ucciso. Le indagini cristallizzano l’omicidio nell’arco di tempo che va dalle 18 alle 18.15 del 27 dicembre scorso. Le fasi antecedenti e successive al delitto sono ricostruite dai carabinieri della compagnia di Taurianova che hanno condotto le indagini.

Indagini che hanno portato, nella mattinata di ieri, al fermo di Salvatore Figliuzzi, Ilaria Sturiale e Giuseppe Traspasso. Ai tre viene contestato anche l'associazione mafiosa dalla Dda di Reggio Calabria. Figliuzzi era infatti il marito di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia morta dopo avere ingerito dell'acido, considerato legato al clan Bellocco di Rosarno.


Nella mattinata di domani, i tre indagati saranno sottoposti all'interrogatorio di garanzia dal gip distrettuale. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Pirozzo, per Figliuzzi e Sturiale, e Giovanni De Stefano per Trapasso. 

Secondo gli inquirenti i due amanti avrebbero «programmato il sequestro, l’omicidio e la soppressione del cadavere di Agostino Ascone, marito dell’indagata Ilaria Sturiale, legata da una relazione sentimentale con lo stesso Figliuzzi». Trapasso avrebbe offerto all'uomo assistenza nell'esecuzione del delitto.

Una convinzione, quella dei militari dell’Arma, che poggia su una ricostruzione degli eventi, suffragata da riprese video, testimonianze e intercettazioni telefoniche, soprattutto dei due amanti. Mentre i due progettano il trasferimento della donna a Rosarno a casa di Figliuzzi dopo la sparizione di Ascone, gli investigatori li stavano intercettando. Il contenuto di quelle intercettazioni, per gli investigatori, rappresenterebbe un punto fermo nelle indagini.

Le intercettazioni

Ilaria Sturiale: «Ti è andata bene… che non funzionava»
Salvatore Figliuzzi: Ah.. pure mi è andata bene… ah grazie…».
Ilaria Sturiale: «Non hanno prove… fidati…con quella telecamera… c'era subito l'arresto… io sono tranquilla… che quella là non funzionava… quella sera non gli funzionava… era da agosto che non gli funzionava… hai capito… quindi siamo tranquilli… ecco… dalla Farmacia… e quell'altra… le hanno prese… da quelle non penso che ti hanno visto... ecco... siamo fuori... siamo fuori... mi possono dare una vigliaccheria a me… mi possono dare i domiciliari a me.. ma che cazzo mi devono dare…».
Salvatore Figliuzzi: «Lo sai quale è la paura mia. Il freno a mano...».
Ilaria Sturiale: «Mannaggia la puttana! Che non l'hai pulito?? ...No…».

I due, secondo quanto si apprende dal fermo firmato dalla procura di Reggio Calabria, si riferirebbero alle telecamere poste nei pressi della casa di Ascone e Sturiale ad Amato di Taurianova, dove sarebbe stata parcheggiata l'auto di Ascone dopo l'omicidio. Ma Figliuzzi era stato immortalato prima da telecamere che funzionavano, quelle del parcheggio del ristorante dove la vittima sarebbe stata attirata con l'inganno.

L'inizio delle indagini

Due i particolari che indirizzano le indagini subito dopo la scomparsa di Ascone verso la moglie e Figliuzzi. Il primo sono le dichiarazioni dei familiari del 36enne di Amato di Taurianova, che accusano senza mezzi termini la Sturiale di celare particolari importanti sulla scomparsa del marito; il secondo è un dettaglio che, in sede di presentazione della denuncia da parte della Sturiale, il comandante della compagnia carabinieri di Taurianova avrebbe notato sul telefono della stessa, ovvero un'utenza registrata sotto il nome «Love», che dai successivi accertamenti sarebbe risultata intestata a Figliuzzi.

L'alibi smentito

Al vaglio dei carabinieri finiscono, all’inizio dell’inchiesta, le dichiarazioni della donna in merito alle ore precedenti alla scomparsa di Agostino Ascone. Secondo il racconto della Sturiale ai carabinieri, lei e il marito intorno alle 18 sarebbero andati a Taurianova per portare la figlia in un centro medico dove la bambina è in cura. Visita che, una volta arrivati in ambulatorio, non sarebbe stata effettuata per un presunto raffreddore della figlia. La donna racconta che, a quel punto, i tre si sarebbero trattenuti un po’ a Taurianova per passeggiare nella villa comunale prima di rientrare a casa.

Da loro rientro ad Amato l’auto del marito sarebbe rimasta parcheggiata, mentre Agostino sarebbe uscito a piedi senza dare spiegazioni. Una versione, però, che gli investigatori contestano: dallo studio medico fanno sapere che la terapia della bambina era stata posticipata telefonicamente dalla donna. La coppia quel giorno, infatti, non si era proprio presentata allo studio medico. Inoltre, il padre di Ascone racconta agli inquirenti che fino alle 17 suo figlio era con lui in campagna e aveva ricevuto molte telefonate alle quali non aveva risposto, ma che lo avevano messo in agitazione.

La trappola

Per ricostruire gli eventi della serata del 27 dicembre è fondamentale, per i carabinieri, l’analisi del sistema gps delle auto di Agostino Ascone e di Figliuzzi e i tabulati telefonici della vittima e dei tre indagati.

«L’analisi del percorso effettuato dalla suddetta autovettura – si legge nel fermo della procura - ha consentito di rilevare un luogo di interesse investigativo nel parcheggio del ristorante “la Cucciarda” ubicato in Contrada Pegara del Comune di Taurianova. La visione dei filmati del sistema di sorveglianza di questo esercizio commerciale consentiva di accertare la sosta dell’autovettura con a bordo Agostino Ascone proprio in tale parcheggio, dove raggiungeva due soggetti che in precedenza erano arrivati a bordo di una Fiat Punto». Soggetti che per gli inquirenti sono Figliuzzi e Trapasso.

«Da tali video riprese – aggiungono gli investigatori - era possibile accertare che i due soggetti erano arrivati alle ore 17.07, posizionandosi all’interno del parcheggio di tale ristorante, in un punto non visibile dalla strada ma ripreso solo dalla telecamera di sicurezza. Uno dei soggetti scendeva dal veicolo ed effettuava un tentativo di chiamata. Dal successivo sviluppo dei tabulati telefonici della vittima si accerta che a quell’ora avviene un tentativo di chiamata verso quest’ultimo da parte di una utenza intestata a Salvatore Antonio Figliuzzi».

«Alle 17.14 – aggiungono - il soggetto che verrà individuato in Salvatore Figliuzzi effettua una nuova chiamata, che dai risultati dei tabulati telefonici risulta essere una chiamata di 64 secondi all’utenza di Agostino Ascone. Tale condotta corrisponde a quanto dichiarato da Vincenzo Ascone, e cioè che il figlio intorno alle ore 17 aveva ricevuto una serie di chiamate, che lo avevano molto innervosito».

Nel frattempo, dopo avere parlato alle 17.13 con Ascone, alle 17.15 «Figliuzzi effettua una nuova chiamata di 18 secondi all’utenza di Ilaria Sturiale, nella quale verosimilmente comunica alla stessa che il marito si stava recando da lui».

Dai video del ristorante, spiegano gli investigatori, si vede dapprima passare l’autovettura di Ascone e proseguire diritto, per poi tornare indietro, dopo una chiamata alle ore 17.38 di Figliuzzi ad Ascone della durata di circa 36 secondi, con la quale «verosimilmente, il primo avvertiva il secondo della sua esatta ubicazione. Alle 17.39.12 il sistema di video ripresa del ristorante “la Cucciarda” immortala l’autovettura Skoda Yeti fare ingresso nel parcheggio. Da detta autovettura scende Agostino Ascone che si saluta con il soggetto identificato in Salvatore Figliuzzi, il quale sale sulla autovettura Skoda guidata dal medesimo Ascone che dopo pochi secondi si allontana…in direzione Rosarno, alle 17.39.39. Il terzo soggetto rimane nel parcheggio del ristorante con il cofano aperto, per poi richiuderlo e dopo qualche minuto allontanarsi alle 17.44 dal medesimo parcheggio, così smentendo qualsiasi ipotesi di guasto». Il destino di Ascone, a quel punto, per gli inquirenti sarebbe stato già segnato.

In auto verso la morte

«Alle 17.58 l’autovettura Skoda Yeti interrompe la marcia in Rosarno…dove vi è l’abitazione e l’esercizio commerciale di rivendita di pezzi di ricambio per automobili di Salvatore Figliuzzi, ad ulteriore conferma della sua identificazione. L’autovettura Fiat Punto alle 18.08 sostava in Rosarno, in luogo non identificato con precisione ma comunque nelle vicinanze ... Occorre precisare che in tale lasso temporale, e più precisamente alle ore 18.03 circa, vi è un contatto telefonico fra l’utenza di Figliuzzi che chiama quella di Trapasso, che ancora si trovava alla guida della autovettura. Entrambi i dispositivi agganciano celle collocate in Rosarno».

Alle 18.17 circa, e pressoché in contemporanea, entrambe le autovetture venivano riavviate, per poi effettuare il percorso da Rosarno ad Amato di Taurianova: «La destinazione di tale tragitto – scrivono gli investigatori - è l’abitazione di Agostino Ascone, in prossimità della quale la Skoda Yeti veniva parcheggiata alle ore 18.39», seguita poco dopo dalla Fiat Punto. «L’autovettura si dirige poi verso Rosarno, per poi arrestarsi alle ore 19.39 in località ove aggancia una cella sita in San Calogero (VV), dove resterà spenta fino alla mattina del giorno 29 dicembre».

«Appare evidente ritenere che durante il viaggio verso Amato – commentano gli investigatori dell’Arma - le sorti di Agostino Ascone fossero già state definite…Il tutto ovviamente con il supporto diretto e costante di Ilaria Sturiale».

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