Anno giudiziario

Laganà (Csm): «La criminalità al Nord non mette in discussione lo Stato, in Calabria la ‘Ndrangheta non lo riconosce»

Il membro del Consiglio superiore della magistratura: dobbiamo impegnarci per dare risposte al Distretto di Catanzaro». Toni soft sulle riforme volute da Nordio, il dg del ministero Dipartimento penitenziario Parisi: investimenti su assunzioni ed edilizia

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di Nico  De Luca
27 gennaio 2024
15:39
Massimo Parisi e Antonio Laganà
Massimo Parisi e Antonio Laganà

A rappresentare i vertici giudiziari italiani all'inaugurazione dell'Anno giudiziario del Distretto di Catanzaro c’erano Massimo Parisi per il Ministero della Giustizia e Antonio Laganà per il Consiglio Superiore della Magistratura. È stato proprio quest'ultimo, consigliere di Corte d'Appello presso il tribunale di Reggio Calabria e componente del Csm, a prendere la parola dopo la relazione iniziale della presidente facente funzioni della Corte d’appello Gabriella Reillo (reggente dopo il pensionamento di Domenico Introcaso). 

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«Multa fecimus, multa possumus - ha esordito il magistrato calabrese ricorrendo alla classica capacità sintetica dei latini -. Anche se abbiamo fatto molto, possiamo dare molto di più. Tre sono gli obiettivi che si è dato il Consiglio Superiore della Magistratura - ha continuato a braccio Laganà - e cioè di essere vicini tangibilmente ai magistrati; dare un'immagine rinnovata del ruolo e cooperare con gli altri organismi. E ci stiamo impegnando riducendo ad esempio i tempi nelle risposte ai quesiti; sollecitando gli iter per i concorsi e consolidando il messaggio che la Magistratura non è solo produttività perché ogni fascicolo trasuda sofferenza per chi vi è coinvolto e come tale va trattato, si tratti di un penale come di un semplice danneggiamento civile. Quello che abbiamo capito in questi anni è che la criminalità che agisce al Nord non mette in discussione lo Stato; qui invece la 'ndrangheta non lo riconosce. Ecco perché - ha detto Laganà - il Distretto di Catanzaro non può essere catalogato come gli altri perché qui ogni giorno si fa la lotta all' anti-Stato. Ci dobbiamo chiedere se si ha contezza della situazione perché qui, tanto per fare un esempio, mancano diversi ruoli apicali tuttora scoperti».


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Chi si aspettava una risposta diretta da parte del delegato del Ministero di Via Arenula retto da Carlo Nordio è rimasto deluso. Massimo Parisi, direttore generale del personale del Dipartimento penitenziario, ha letto la relazione scritta contenente comunque investimenti ed obiettivi strategici per l'intero territorio statale. «Sono in corso tanti investimenti che già lo scorso anno hanno prodotto evidenti miglioramenti - ha detto - e gli sforzi di questo 2024 dovranno confermarli. Lavoriamo ad un piano assunzioni, all'edilizia, alla digitalizzazione oltre a migliorare la condizione nelle carceri. Dobbiamo onorare il patto con l'Europa con i fondi Pnrr, e anche le esigenze di una riforma più volte caldeggiata dallo stesso presidente della Repubblica. L'efficientamento della Giustizia si realizza con la riduzione dei processi - ha continuato Parisi - 3mila dipendenti a tempo indeterminato nell'amministrazione e oltre 1.200 a tempo determinato con i fondi Pnrr. In questo scenario un elemento significativo sarà quello della mediazione, perché si punterà sulla conciliazione in ambito civile e sulla riparazione in quello penale mentre il contrasto al crimine transnazionale - ha concluso Parisi - sarà al centro dei lavori al G7 Giustizia in programma a maggio a Venezia».

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