Una tragedia che ha scosso profondamente l’intera provincia di Vibo Valentia e sollevato interrogativi dolorosi. La morte improvvisa di Martina Piserà, 32enne originaria di Pizzo, incinta al settimo mese, ha acceso i riflettori su quanto accaduto domenica scorsa all’interno dell’ospedale Jazzolino, dove la donna si è spenta a causa di un arresto cardiaco poco dopo aver appreso la notizia della morte del suo bambino. Mentre la comunità si stringe attorno alla famiglia, le autorità sanitarie e giudiziarie hanno avviato accertamenti per fare piena luce sulla vicenda.

«È un fatto sicuramente dolorosissimo, che addolora noi come credo tutta la comunità vibonese. Siamo vicini alla famiglia in questo momento molto brutto e capiamo tutti gli stati d'animo - ha dichiarato ai microfoni di LaC il commissario dell’Asp di Vibo Valentia Vittorio Piscitelli -. Quello che mi sento di dire ai familiari è che stiamo facendo di tutto per accertare la verità».

Nel primo pomeriggio di ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo della giovane donna, nel frattempo la Procura ha aperto un’inchiesta contro ignoti e l’Asp vibonese ha avviato un’indagine interna: «Ieri ho incontrato dei primari - ha spiegato Piscitelli - avrò da loro delle relazioni ma quelle saranno solo la base per fare un'indagine ispettiva per vedere se tutto è andato come doveva andare. Nell’incontro di ieri sono state fatte delle affermazioni, ma si tratta di affermazioni verbali che dovranno essere corredate da atti ufficiali, per cui aspettiamo di leggere le relazioni. La Procura ha chiesto l'accesso agli atti, tutta la documentazione che è stata redatta, quando si sono verificati i diversi accessi al Pronto soccorso oppure l’ultimo ingresso in ginecologia».

La donna, ha confermato infatti Piscitelli, nelle scorse settimane si era presentata più volte in Pronto soccorso lamentando dolori allo stomaco e affaticamento: «L’ultima volta, prima del giorno del decesso, si è presentata in ospedale il 30 aprile. Accusava dei disturbi allo stomaco, dei bruciori e un senso di affaticamento e lì gli è stata somministrato qualcosa appunto contro il bruciore. Da quello che mi è stato riferito sembravano tutte visite per problemi compatibili con una gestazione, mai disturbi che potessero dare adito a sospetti di cose di altro genere. Quindi la verità può venire fuori soltanto dall'esame autoptico e poi da quello che è stato scritto nei verbali di accesso che ancora non abbiamo potuto vedere». 

Alle 5.17 del mattino di domenica scorsa, invece, l’ultimo ingresso di Martina al Pronto soccorso di Vibo Valentia: «Accusava questi dolori addominali, è stata subito visitata e si è potuto constatare che il feto, da qualche ora, non dava più segni di vita. Poi è stata trasportata immediatamente in ginecologia ma le condizioni in cui è arrivata non destavano particolari sospetti. Non aveva temperatura alta, non aveva una pressione arteriosa alterata, la frequenza cardiaca era normale e in ginecologia hanno fatto subito dei prelievi del sangue e un elettrocardiogramma, ma non c’è stato il tempo neanche di aspettare l’esito di entrambi i referti che la paziente è andata in crisi cardiaca e ha avuto, appunto, un arresto cardiaco» ha raccontato il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale.

«Adesso c’è un’indagine da parte della Procura – ha concluso Piscitelli – c’è stato un esame autoptico che sicuramente darà dei risultati che ci consentiranno di accertare la verità. Se ci sono state delle disattenzioni da parte di qualcuno, verranno fuori».