Prima del match con il Pisa i due club ricorderanno lo sportivo calabrese, scomparso a 67 anni a Rende. L’ex capitano giallorosso, 332 presenze in 11 stagioni, resta un simbolo per club e tifosi salentini
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Carmelo Miceli
Sarà preceduto da un minuto di silenzio il match di serie A tra Lecce e Pisa. Su richiesta dell’U.S. Lecce, la Lega Serie A ha autorizzato la commemorazione di Carmelo Miceli, bandiera giallorossa scomparsa improvvisamente mercoledì a 67 anni. La squadra scenderà in campo con il lutto al braccio in segno di cordoglio.
Miceli, indimenticato capitano e figura simbolo del Lecce, è il secondo calciatore più presente di sempre nella storia del club: 332 presenze in 11 stagioni, numeri che lo hanno reso uno dei difensori più amati dai tifosi.
La morte improvvisa a Rende
Il dramma si è consumato in via Genova, a Rende, dove l’ex calciatore stava passeggiando. Colto da un malore improvviso, Miceli avrebbe compreso subito la gravità della situazione, chiedendo aiuto ai passanti. Pochi minuti dopo è arrivata un’ambulanza del 118: nonostante le manovre di rianimazione e il trasferimento d’urgenza in ospedale, per lui non c’è stato nulla da fare.
Chi era Carmelo Miceli
Nato a Cosenza il 20 agosto 1958 e residente da anni a Rende, Miceli era una figura di riferimento nel calcio calabrese e nazionale. Cresciuto nel Rende e poi nel settore giovanile del Lecce, aveva esordito in Serie B nel 1977-1978, diventando una colonna del club salentino e contribuendo alla prima storica promozione in Serie A nel 1985.
Dopo 11 stagioni in giallorosso, nel 1987 aveva giocato in Serie A con l’Ascoli, poi nel Catanzaro e infine nel Nola, chiudendo la carriera professionistica con 42 presenze e 2 gol in Serie A e 335 presenze e 10 reti in Serie B.
La carriera da allenatore
Appesi gli scarpini al chiodo, aveva intrapreso la strada della panchina guidando numerose squadre: dal settore giovanile del Cosenza al Messina, Ragusa, Corigliano, Rossano, Rende, Casarano, Pisticci, Turris, Palmese, l’Union Saint-Gilloise in Belgio, Sogliano Cavour, Montalto e Roggiano. Una vita interamente dedicata al calcio, che oggi Lecce e la Calabria ricordano con profonda commozione.

