Libro nero, scarcerata Rosa Libri. Per gli inquirenti era la postina dei clan

Avrebbe assicurato i contatti tra gli appartenenti alla cosca e il marito, il boss Antonino Caridi veicolando informazioni sui processi e occupandosi anche della riscossione di denaro. La decisione del Riesame di Reggio Calabria

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di C. M.
20 giugno 2020
07:17
Tribunale, immagine da pixabay
Tribunale, immagine da pixabay

Il tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha disposto la scarcerazione di Rosa Libri. È quanto hanno deciso i giudici reggini dopo l’annullamento con rinvio disposto dalla Corte di Cassazione nei confronti della donna che era stata arrestata nell’ambito dell’inchiesta “Libro nero”. Sono state quindi accolte le tesi difensive dell’avvocato Carmelo Chirico che, già davanti ai giudici della Suprema Corte aveva fatto valere le ragioni della sua assistita, ponendo questioni concernenti la scarsa motivazione, da parte del Riesame, tanto in ordine alla gravità indiziaria che alle esigenze cautelari.

Chi è Rosa Libri

Secondo la Dda di Reggio Calabria, Rosa Libri, moglie del boss Antonino Caridi (anche per lui la Suprema Corte ha disposto un annullamento con rinvio nelle scorse settimane), avrebbe assicurato i contatti (anche grazie alla collaborazione dell’avvocato Giuseppe Putortì e di Saverio Pellicanò) tra gli appartenenti alla cosca e il marito, veicolando informazioni sui processi in corso, occupandosi anche della riscossione di somme di denaro.


 

Secondo il gip, il punto di partenza nell’analizzare la posizione di Rosa Libri è quello del suo legame sentimentale con Antonino Caridi. «Legame di tale intensità, e fondato su profili di tale fiducia del capo società nei suoi riguardi, da far ritenere a Caridi possibile rivelare alla donna senza temere alcunché, dinamiche interne alla ‘ndrangheta di assoluto rilievo, vieppiù che la stessa è la figlia di don Mico Libri. Fra gli indicatori fattuali dell’inserimento organico della donna nelle attività della cosca, vi sarebbe il suo ruolo di «postina» delle imbasciate del marito. Rosa Libri, dunque, secondo la Dda, avrebbe veicolato all’esterno le informazioni che provenivano dal marito, anche quando l’avvocato Putortì fu arrestato. Per i pubblici ministeri, quindi, è impensabile che una persona possa ricevere confidenze così delicate senza far parte dell’associazione mafiosa. Ragione per la quale il gip ha ravvisato i gravi indizi di colpevolezza.

La decisione della Cassazione

Sul punto il Riesame aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Rosa Libri. Avverso tale ordinanza è stato presentato ricorso per Cassazione da parte dell’avvocato Carmelo Chirico che ha rimarcato come la prospettazione dell’accusa non sia collimante con quanto emerso. La Cassazione ha accolto le ragioni del legale disponendo una nuova pronuncia del Tribunale del Riesame di Reggio.

Il nuovo Riesame

E proprio in virtù delle indicazioni fornite dalla Suprema Corte, i giudici del collegio presieduto dal dottor Genovese, hanno accolto le tesi della difesa, disponendo l’annullamento della misura cautelare.

Giornalista
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