Inchiesta “Libro nero”, annullata con rinvio la misura cautelare per Rosa Libri

La decisione della Corte di Cassazione nei confronti della donna accusata di essere la "postina" della cosca. È moglie del boss Caridi e figlia di don Mico Libri

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di Consolato Minniti
13 febbraio 2020
11:22

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame che confermava la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Rosa Libri, tratta in arresto nell’ambito dell’inchiesta “Libro nero” che ha scoperchiato gli interessi imprenditoriali e politici della potente cosca Libri a Reggio Calabria.

I giudici della Suprema Corte, accogliendo le tesi dell’avvocato Carmelo Chirico, hanno deciso di annullare, dunque, il provvedimento emesso dai giudici del Riesame di Reggio evidenziando una motivazione non sufficiente che potesse suffragare la conferma dell’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare.

Le accuse a Rosa Libri

Secondo la Dda di Reggio Calabria, Rosa Libri, moglie del boss Antonino Caridi (anche per lui la Suprema Corte ha disposto un annullamento con rinvio nelle scorse settimane), avrebbe assicurato i contatti (anche grazie alla collaborazione dell’avvocato Giuseppe Putortì e di Saverio Pellicanò) tra gli appartenenti alla cosca e il marito, veicolando informazioni sui processi in corso, occupandosi anche della riscossione di somme di denaro.

Secondo il gip, il punto di partenza nell’analizzare la posizione di Rosa Libri è quello del suo legame sentimentale con Antonino Caridi.

«Legame di tale intensità, e fondato su profili di tale fiducia del capo società nei suoi riguardi, da far ritenere a Caridi possibile rivelare alla donna senza temere alcunché, dinamiche interne alla ‘ndrangheta di assoluto rilievo, vieppiù che la stessa è la figlia di don Mico Libri.

Fra gli indicatori fattuali dell’inserimento organico della donna nelle attività della cosca, vi sarebbe il suo ruolo di «postina» delle imbasciate del marito.

Rosa Libri, dunque, secondo la Dda, avrebbe veicolato all’esterno le informazioni che provenivano dal marito, anche quando l’avvocato Putortì fu arrestato. Per i pubblici ministeri, quindi, è impensabile che una persona possa ricevere confidenze così delicate senza far parte dell’associazione mafiosa. Ragione per la quale il gip ha ravvisato i gravi indizi di colpevolezza.


La decisione della Cassazione

Sul punto il Riesame aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Rosa Libri. Avverso tale ordinanza è stato presentato ricorso per Cassazione da parte dell’avvocato Carmelo Chirico che ha rimarcato come la prospettazione dell’accusa non sia collimante con quanto emerso. La Cassazione ha accolto le ragioni del legale disponendo che il Riesame di Reggio si pronunci nuovamente sulla posizione di Rosa Libri, tenendo conto di quelle che sono le indicazioni che la Suprema Corte ha fornito.

Giornalista
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