Il medico ai domiciliari per presunte irregolarità respinge ogni accusa nell’interrogatorio davanti al gip: «Le priorità erano solo cliniche, si trattava di casi urgenti». È indagato per concussione, truffa e peculato
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Ha inteso chiarire la sua posizione e ha, quindi, deciso di rispondere alle domande del gip e del pubblico ministero, Vincenzo Scorcia, primario del reparto di Oculistica dell’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro, finito nei giorni scorsi al centro di una inchiesta della Procura che ha ipotizzato l’esistenza di una associazione a delinquere per turbare la regolarità del servizio pubblico sanitario.
Secondo gli inquirenti, i pazienti privati del professore universitario avrebbero beneficiato di agevolazioni, dietro corresponsione di somme di denaro, per saltare le liste d’attesa e ottenere interventi chirurgici nel presidio ospedaliero Mater Domini di Catanzaro.
Concussione, truffa e peculato sono alcune delle ipotesi di reato contestate al primario, finito agli arresti domiciliari insieme alla segretaria del suo studio privato Maria Battaglia. Questa mattina si è svolto l’interrogatorio di garanzia durante il quale il professionista ha chiarito, in relazione alla gestione delle liste d’attesa, che «non sono mai esistite priorità. Le uniche priorità erano legittimate dalla presenza di casi acuti che imponevano la modifica delle liste d’attesa».
Al riguardo della corresponsione delle somme di denaro (500 euro consegnati alla segretaria del suo studio privato per accedere all’intervento chirurgico all’ospedale, secondo l’ipotesi della Procura), Scorcia ha evidenziato come si tratti di importi ascrivibili al «suo onorario come specialista e professore ordinario di oculistica e ai costi strumentali complementari per addivenire ad una corretta diagnosi in funzione di un eventuale intervento chirurgico». Durante l’interrogatorio il professionista è stato assistito dagli avvocati Francesco Gambardella e Andrea Carnevali.