Giuseppe Corallo, conosciuto da tutti come “Pino”, sarebbe stato ucciso dalla ‘ndrangheta. L’indagine, avviata a seguito del delitto avvenuto a Cetraro, lungo la SS 18, il 27 maggio scorso, si sta indirizzando in questa direzione. Il fascicolo, inizialmente aperto dalla Procura di Paola, competente territorialmente, è stato successivamente trasmesso dal procuratore capo Domenico Fiordalisi alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Salvatore Curcio.

Nessun pentito a Cetraro

Gli inquirenti antimafia, che stanno coordinando l’inchiesta, assistiti dai carabinieri della Compagnia di Paola e dal supporto investigativo dei carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, ritengono che il delitto si inserisca nel contesto mafioso del Tirreno cosentino. La cosca Muto di Cetraro, infatti, è nota per essere l'unico “locale” di ‘ndrangheta riconosciuto dalla mafia reggina in quella zona. Un territorio difficile da investigare, dove i pentiti sono praticamente inesistenti, poiché nessuno dei soggetti indagati e condannati per associazione mafiosa ha mai deciso di collaborare con la giustizia, a differenza di quanto avviene in altre aree della provincia di Cosenza.

Non è la prima volta che Cetraro è scossa da episodi di violenza mafiosa. Più di un anno fa, la città è stata teatro dell'omicidio di Alessandro Cataldo, un delitto che ha sconvolto la comunità locale, tanto da spingere i cittadini a scendere in piazza per dire no alla ‘ndrangheta.

Colpito alle spalle

Gli investigatori, nel frattempo, stanno ricostruendo la dinamica dell’omicidio. Secondo le prime informazioni, due soggetti a bordo di uno scooter T-Max, indossando caschi, hanno sorpreso Corallo alle spalle e lo hanno colpito. La vittima, che nel febbraio scorso aveva terminato di scontare una condanna per reati legati alla droga, è stata trovata a terra con gravi fratture facciali. Corallo, arrestato nel 2018 a Palmi per traffico di cocaina, aveva deciso di allontanarsi dai contesti criminali, intraprendendo un percorso di recupero, come confermato da Monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo della diocesi di Cosenza-Bisignano.

Omicidio di Pino Corallo, nuova faida?

Il delitto si è consumato in pochi secondi. Un testimone ha riferito di aver visto i due aggressori arrivare da sud, vestiti completamente di nero. La Dda di Catanzaro sta ora cercando di fare luce sull’omicidio, verificando eventuali collegamenti con l’assassinio di Cataldo. Ed è per questo che ha mobilitato le migliori risorse investigative per evitare che esploda una nuova faida.