Padre Fedele se n’è andato a 87 anni. Un simbolo per la città di Cosenza ma non solo. La notizia della sua morte riempie da questa mattina le bacheche social di quanti l’hanno conosciuto e amato o ne hanno apprezzato l’azione a distanza. Messaggi di cordoglio arrivano anche da parte del mondo politico e istituzionale e dello sport.

Roberto Occhiuto: «Simbolo di pace e fratellanza»

«Addio a padre Fedele, da sempre dalla parte dei poveri e degli ultimi. Un uomo buono, che ha sofferto per gravi accuse, e che infine fu assolto. Un simbolo di pace e fratellanza, missionario più volte in Africa. Resterà per tutta la Calabria esempio di carità e vicinanza al prossimo». 
Lo scrive su X Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Mario Occhiuto: «Era sempre presente»

«Padre Fedele c’era sempre. Anche nel momento più difficile della mia vita, lo ricordo in disparte, all’altare, con la sua messa silenziosa. Era il suo modo di dire “sono qui”, senza bisogno di parole». A scriverlo il senatore ed ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, in un post su Facebook.

«Ha dedicato tutta la vita agli ultimi, con un’umanità e una concretezza rare. Quando ero sindaco accettò di aiutarmi, portando lo stesso spirito di servizio che metteva in ogni cosa. Un pensiero speciale a Teresa, che gli è stata accanto con affetto e discrezione fino alla fine. Ciao Padre Fedele, il tuo esempio resterà vivo», conclude Occhiuto.

Loizzo: «La sua morte una sconfitta per la giustizia»

«Piango la morte di Padre Fedele Bisceglia e ricordo che la sua morte è una sconfitta per la giustizia, che lo ha visto martire e condannato ingiustamente per poi essere assolto, e per la Chiesa che non gli ha restituito ciò che gli spettava. Nessuno mai pagherà per i 10 anni di calvario, l'arresto, l'isolamento, il trasferimento a Perugia e in Sardegna, l'accusa infamante di violenza sessuale rivelatasi falsa». Lo afferma Simona Loizzo, deputata della Lega.

«Cosi come spiace tantissimo - prosegue - che in tutti questi anni la Chiesa non abbia ascoltato i suoi appelli a ritornare a dire Messa. Un diritto negato e restituito forse, anzi senza forse, troppo tardi. Nel frattempo fu spogliato di tutto, privato dell'Oasi francescana che aveva costruito e realizzato, ghettizzato e isolato. È stato veramente un Enzo Tortora e un grande amico, un grande uomo».

Il cordoglio del Cosenza calcio

«Il Cosenza Calcio 1914, il presidente Eugenio Guarascio e tutte le componenti della società esprimono, con profonda commozione, il proprio cordoglio per la scomparsa di Padre Fedele Bisceglia». Così il Cosenza calcio.

«Un frate, un uomo, che ha sempre messo a disposizione, la sua persona, per i più deboli ed i bisognosi e per i nostri colori, che ha sostenuto e supportato con focosa passione ed amore – continua –. Ai familiari ed a chi gli ha voluto bene e gli è stato accanto, giungano il nostro abbraccio e le nostre condoglianze più sentite».

Il club fa poi sapere di aver «ricevuto, stamane, l’inaspettata, ma emozionante telefonata di don Lino Tiriolo, assistente spirituale del Catanzaro calcio e Cancelliere della Curia di Catanzaro-Squillace».

«Da parte sua sono giunte profonde e significative parole di sincero cordoglio e di fraterna vicinanza, verso il Cosenza calcio e verso la Città, per il ritorno alla Casa di Dio di Padre Fedele Bisceglia. Un gesto che abbiamo apprezzato moltissimo e che vogliamo condividere con voi tutti».

Mancini: «Resta la sua azione preziosa per gli ultimi»

«Ci ha lasciato Padre Fedele. Aveva 87 anni. Ed è una perdita dolorosa che lascia un grande vuoto». Così Giacomo Mancini, vice presidente della Fondazione Giacomo Mancini e già parlamentare socialista.

«Di vite Francesco Bisceglia ne ha vissute diverse – aggiunge –. Perde la mamma quando aveva solo sei anni. Entra in seminario chiamato dalla vocazione, ma dalla passione per il calcio giocava centravanti. È sui campi in terra del seminario che comprende che attraverso il calcio è più facile dialogare con i più giovani. Tifoso del Cosenza. Frequenta la curva. E ne diventa un simbolo. Lancia i cori. Si arrampica sui tralicci. Sfotte i rivali storici. E poi organizza incontri tra il mondo ultrà, celebre quello del 1985, attraverso i quali riesce ad introdurre in quel mondo una matrice solidaristica e di vicinanza ai deboli. Saranno diversi ultrà ad accompagnarlo in Africa dove svolge da missionario un'opera straordinaria. Quando rientra a Cosenza dai suoi innumerevoli viaggi non ferma la sua missione. Anzi fonda e anima l'Oasi francescana, punto di riferimento per gli ultimi della nostra città ai quali offre un rifugio, un pasto caldo o anche una semplice, ma preziosa, parola di conforto. Nel 1999 Giacomo Mancini gli conferisce la cittadinanza onorato di Cosenza. Fui tra i pochi - allora ero parlamentare - che lo difesero con vigore e senza esitazione quando fu accusato di violenze ad una suora. Dopo tanti anni e lunga sofferenza ne uscì completamente assolto. Oggi che non c'è più rimane la sua azione davvero preziosa e incessante nei confronti degli ultimi».

Le condoglianze dell’Us Catanzaro

«US Catanzaro 1929 e il presidente Floriano Noto esprimono il proprio cordoglio per la scomparsa di Padre Fedele Bisceglia, storico tifoso del Cosenza Calcio e uomo di fede che ha dedicato la sua vita alle persone più bisognose, operando nella “sua” “Oasi francescana”. Alla comunità rossoblù, ai familiari e a quanti gli hanno voluto bene, giungano le più sentite condoglianze da parte di tutto il club giallorosso». Questo il messaggio affidato ai social del Catanzaro Calcio.

Antoniozzi: «Vittima di una vicenda assurda»

«Da credente sono certo che Padre Fedele sia tornato a essere sacerdote in Paradiso. È stato un grande uomo, vittima di una vicenda assurda che dovrebbe farci riflettere tutti. Vittima di un massacro mediatico-giudiziario». Lo afferma il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.

«Spiace - aggiunge - che sia morto sostanzialmente sospeso a divinis mentre avrebbe avuto il diritto di tornare a dire Messa. Ma oggi non ne ha più bisogno. Grazie a tutti i ragazzi ultras che gli hanno voluto bene, alla Terra di Piero, alle associazioni nate intorno a lui, ai suoi avvocati, Franz Caruso ed Eugenio Bisceglia, che lo fecero assolvere, a Sua Santità Benedetto XVI che gli restituì almeno il diritto di dire Messa in privato».