Più della metà del Paese è in zona rossa e arancione. A fine maggio sono 277 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 109 quelli in itinere, ovvero nel percorso casa-lavoro. In Lombardia, Veneto, Campania, Sicilia, Puglia e Piemonte il maggior numero di vittime totali. Costruzioni, attività manifatturiere, trasporti e magazzinaggio e commercio i settori più colpiti. In calo il numero complessivo delle denunce di infortunio (mortali e non): -1,4% rispetto a maggio 2024. 
Sono questi alcuni numeri pubblicati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente di Vega Engineering, nato nel 2009. Il dossier offre una panoramica approfondita sugli infortuni sul lavoro e sui principali indicatori ambientali, unendo analisi statistiche, studi specifici e misure di sicurezza per prevenire infortuni sul lavoro e promuovere la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità ambientale.

Il commento ai dati aggiornati al mese di maggio 2025

«Da gennaio a maggio sono ancora tante, troppe, le vittime sul lavoro. Rispetto ai primi cinque mesi del 2024 – così Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, riassume così le istantanee più significative dell’ultima indagine elaborata dal proprio team di esperti – sono aumentate del 4,6% e si contano già 386 decessi, 17 in più dello scorso anno. Otto regioni sono in zona rossa e altre tre in zona arancione, le due fasce critiche in cui raccogliamo le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale».

Il rischio di morte regione per regione: Calabria in zona arancione

A finire in zona rossa a maggio 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 11,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Abruzzo, Sicilia, Puglia e Campania. In zona arancione: Veneto, Calabria e Liguria. In zona gialla: Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise e Lombardia. In zona bianca: Emilia-Romagna, Lazio, Sardegna e Marche.

Morti e infortuni in Italia: i numeri assoluti

Sono 386 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 277 in occasione di lavoro (9 in meno rispetto a maggio 2024) e 109 in itinere (26 in più rispetto a maggio 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (42). Seguono: Veneto (30), Campania (25), Sicilia (23), Piemonte e Puglia (20), Toscana (19), Lazio ed Emilia-Romagna (17), Trentino-Alto Adige (10), Abruzzo, Umbria e Liguria (8), Basilicata e Calabria (7), Friuli-Venezia Giulia (6), Marche e Sardegna (4), Molise e Valle d’Aosta (1). 

Catanzaro e Cosenza in “zona Rossa”

Tra le province italiane con più incidenza di morti sul lavoro, Catanzaro è la nona, con tre decessi e un’incidenza del 27,1%. La provincia di Cosenza – 34ª – conta anche tre morti ma con un’incidenza del 15,5. 

Il fenomeno infortunistico per età

L’Osservatorio mestrino elabora anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).
Nei primi cinque mesi dell’anno, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (30,7) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (19,1), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (12,0).
Numericamente la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (102 su un totale di 277).

Donne e infortuni mortali

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono 18, mentre 19 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. In totale sono 37 le donne decedute nei primi cinque mesi (8 decessi in più dello scorso anno).

Lavoratori stranieri: rischio mortale più che doppio

Sono 87 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro, su un totale di 386 (oltre il 20%): 56 sono deceduti in occasione di lavoro e 31 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere doppio rispetto a quello per gli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 22,3 morti ogni milione di occupati, contro il 10,3 degli italiani.

Settore e giorno più pericolosi

Alla fine di maggio 2025 il settore più colpito è quello delle costruzioni, con 45 decessi in occasione di lavoro, seguito da attività manifatturiere (43), Trasporti e Magazzinaggio e Commercio (33).
Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi cinque mesi dell’anno (24,2%). Seguito dal venerdì (21,3%) e dal martedì (18,1%).

Denunce di infortunio: ancora in lieve calo

Le denunce di infortunio totali diminuiscono ancora, seppur di poco, rispetto a maggio 2024
(-1,4%). Dalle 251.132 a fine maggio 2024 passiamo alle 247.681 di quest’anno.
Anche alla fine dei primi cinque mesi del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle attività manifatturiere (27.023). Seguono sanità (14.227), costruzioni (14.145), trasporto e magazzinaggio (12.556) e commercio (12.531).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici a maggio 2025 sono state 91.964 (73.302 delle quali in occasione di lavoro). Mentre sono 155.717 le denunce totali degli uomini (137.158 in occasione di lavoro).

Le denunce dei lavoratori stranieri sono 49.313 su 247.681 (circa 1 su 5), mentre sono 41.788 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 210.460.

Cos’è l’incidenza degli infortuni

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione dell’osservatorio sicurezza e ambiente Vega

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

  • Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
  • Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
  • Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
  • Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale