'Ndrangheta a Reggio, otto arresti per estorsione ed intestazione fittizia di beni

NOMI-VIDEO | Colpita la cosca Cianci-Maio-Hanoman operante a San Martino di Taurianova. L’operazione denominata Quieto vivere 

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20 dicembre 2018
08:57

Alle prime ore della mattinata odierna, al termine di articolate indagini supportate da numerosi presìdi tecnologici e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato P.S. di Taurianova (RC), con il supporto dell’omologo Ufficio di P.S. di Cittanova (RC), hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal gip al Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di otto persone, di cui sei destinatari della custodia cautelare in carcere e due della misura degli arresti domiciliari, indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa (cosca di ‘ndrangheta Cianci-Maio-Hanoman operante a San Martino di Taurianova), estorsione ed intestazione fittizia di beni, aggravate dall’aver agevolato la citata cosca di ‘ndrangheta:

 


Custodia cautelare in carcere

  • Domenico Cianci, nato a Taurianova (RC) il 24.3.1947;
  • Concettina Gligora, nato a Taurianova (RC) il 9.2.1979;
  • Domenico Forgetti, nato a Taurianova (RC) il 14.5.1985;
  • Giuseppe Mavrici, nato a Taurianova (RC) il 29.12.1974;
  • Damiano Forgetti, nato a Taurianova (RC) il 14.5.1985;
  • Annunziato Chirico, nato a Taurianova (RC) l’1.5.1967;

 

Arresti domiciliari

  • Rachela Cianci, nata a Taurianova (RC) il 3.1.1945;
  • Damiano Cianci, nato a Taurianova (RC) il 14.7.1940.

 

Il boss che comandava dal carcere

Le attività investigative - coordinate dal procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e dal sostituto procuratore Giulia Pantano - sono state condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di P.S. di Taurianova all’indomani dell’inchiesta “Vecchia Guardia” che nel 2014 aveva colpito la cosca Cianci-Maio-Hanoman di San Martino di Taurianova (RC), guidata da Domenico Cianci, 71 anni. Dopo il suo arresto, avvenuto in esecuzione della citata operazione di polizia, l’indagine è proseguita attraverso le intercettazioni dei colloqui in carcere di quest’ultimo con i suoi familiari. Nonostante lo stato di detenzione, Domenico Cianci ha continuato ad impartire disposizioni per richiedere a proprietari terrieri, imprenditori e commercianti, il pagamento di somme di denaro e l’acquisizione di beni a titolo estorsivo.

La cosca Cianci-Maio-Hanoman

L’esistenza e l’operatività della cosca Cianci-Maio-Hanoman è stata accertata in precedenti inchieste della Dda di Reggio Calabria (“Tutto in famiglia” e “Vecchia Guardia”), che hanno fotografato la spartizione del territorio di San Martino di Taurianova, conteso tra due famiglie, ovvero, Cianci e Zappia, che attualmente non risultano in conflitto. Anzi, coesistono esercitando la loro influenza, imponendo estorsioni sulle operazioni immobiliari e attraverso l’antico metodo della “guardiania” sui fondi agricoli. Si tratta in realtà di un potere mafioso esercitato in un contesto essenzialmente agricolo e pastorale. Le persone coinvolte nell’operazione “Quieto vivere sono, per lo più, appartenenti allo stretto nucleo familiare di Domenico Cianci. Questi ultimi, in particolare fratelli, generi e nipoti, proprio a causa dello stato di detenzione del boss, hanno preso le redini della cosca, rispondendo, però, agli ordini del vecchio capo famiglia.

 

Il ruolo delle donne della famiglia

Anche le donne di famiglia, Concettina Glicora e Rachela Cianci, hanno cooperato nelle attività mafiose, svolgendo ruoli di gestione del denaro e amministrazione nell'ambito della cosca, oltre ad essere il tramite di comunicazione dei messaggi del capo famiglia detenuto verso l’esterno.

 

I reati contestati

Damiano Cianci, Domenico Forgetti, Giuseppe Mavrici, Rachela Cianci, Concettina Gligora, Damiano Forgetti e Annunziato Chirico, sono indagati per associazione mafiosa in quanto ritenuti appartenenti all’articolazione territoriale della ‘ndrangheta denominata cosca “Cianci-Maio-Hanoman”, operante in San Martino di Taurianova (nell’ambito del mandamento tirrenico):

 

Damiano Cianci, con ruolo di promotore, dirigente ed organizzatore del sodalizio criminale di stampo mafioso, con il compito di gestire le attività estorsive della cosca ed i danneggiamenti, controllare l’opera degli altri affiliati, impartendo disposizioni ben determinate, durante la forzosa assenza del fratello capo cosca CIANCI Domenico, attualmente detenuto;

Domenico Forgetti, quale partecipe, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, eseguire le direttive dei vertici dell'associazione, operare nel settore delle estorsioni e nel settore dei danneggiamenti a mezzo incendio, al fine di indurre la vittima al pagamento di somme imposte dal sodalizio di appartenenza;

Giuseppe Mavrici, quale partecipe, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, eseguire le direttive dei vertici dell'associazione, con compiti operativi nel settore delle estorsioni;

Rachela Cianci, quale partecipe, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, eseguire le direttive dei vertici dell'associazione, con il compito di “cassiera”, essendo deputata a custodire il denaro di provenienza delittuosa, compendio delle attività estorsive del sodalizio mafioso, nonché con il ruolo di intestataria fittizia;

Concettina Gligora, quale partecipe, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati e di eseguire le direttive dei vertici dell'associazione;

Damiano Forgetti, quale partecipe, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati e di eseguire le direttive dei vertici dell'associazione, con compiti operativi nel settore delle estorsioni;

Annunziato Chirico, quale partecipe, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati e di dirimere eventuali problematiche e di eseguire le direttive dei vertici dell'associazione, con compiti operativi nel settore delle estorsioni, nonché deputato a mantenere i rapporti di alleanza con la famiglia mafiosa Zappia nella spartizione dei proventi derivanti da attività estorsiva ai danni di imprese aggiudicatarie di commesse pubbliche.

 

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