Niente terapista a scuola per bimbo autistico, sit-in a Soverato: «Insieme per Simonluca»

VIDEO | La scuola ha rimandato la decisione al prossimo anno scolastico. Dura la presa di posizione del sindaco della città che ha sospeso le lezioni e convocato un consiglio comunale straordinario

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di Rossella  Galati
3 maggio 2021
19:40

«Oggi per la prima volta ci sentiamo parte di una comunità. La gente ci sta vicino, ci vuole bene e ci dimostra tutto il suo affetto». Irene Biancardi è stata circondata da un’ondata di affetto. È la mamma del piccolo Simonluca, un bambino autistico grave di 5 anni che da poco utilizza come canale comunicativo quello delle immagini. Un metodo che è necessario allargare a tutti i contesti di vita del piccolo tanto da richiedere anche a scuola la presenza della sua terapeuta come supporto per l’insegnante di sostegno, senza alcun impegno economico per la scuola. Una richiesta che ha ricevuto però un secco no da parte dell’istituzione scolastica che si è riservata di valutarne l’opportunità per il prossimo anno.

E così questa mattina le mamme e i bambini dei vari plessi dell’istituto comprensivo di Soverato, con in mano cartelloni con l’hashtag #iostoconsimonluca, hanno  manifestato tutta la loro contrarietà rispetto a questa decisione: «Bisogna tenere sempre in considerazione i diritti dell’alunno per cui bisogna lottare per questo, non bisogna avere paura e noi abbiamo deciso di stare tutti insieme per Simonluca» ha affermato Alessandra Cavallaro. «I ragazzi hanno il diritto di andare a scuola, siamo tutti uguali e soprattutto i bambini a questa età devono capire che non ci sono differenze» ha aggiunto Anna Valentino.

Consiglio comunale straordinario

Dura la presa di posizione anche da parte del sindaco della città Ernesto Alecci che con apposita ordinanza ha sospeso per la giornata di oggi le lezioni nella classe di Simonluca e convocato un consiglio comunale straordinario nel corso del quale è stata approvata all'unanimità la delibera relativa all'istituzione, presso sedi ritenute idonee, uno sportello per bambini affetti da disturbo dello spettro autistico e disturbi psicosensoriali gestito da personale specializzato, costituito anche attraverso associazioni già attive sul territorio che potrà avvalersi dell’ausilio del personale che collabora con i Servizi Sociali Comunali, con lo scopo di garantire un percorso sempre più inclusivo per tutti i soggetti fragili nonché un sostegno alle loro famiglie al fin di garantire una proficua collaborazione anche con l’istituzione scolastica e non solo.


La posizione dell'Associazione nazionale presidi

Intanto sulla vicenda è intervenuta  anche l’associazione nazionale presidi sezione di Catanzaro presieduta dal dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico tecnologico Malafarina, Domenico Servello: «A nostro modesto avviso, con questa decisione di rifiutare la presenza dell’educatore all’interno della classe sono stati calpestati 50 anni di percorsi di inclusione e di integrazione. Qui si va al di là dell’aspetto normativo. È vero, non c’è una norma che obbliga a prevedere l’inserimento di un educatore in classe pagato dalla famiglia - spiega Servello -, però non c’è una legge che dice il contrario. Noi abbiamo la legge sull’autonomia, la n.275, che da alle scuole l’autonomia organizzativa. Questo è un problema di coscienza, doveva subentrare la sensibilità pedagogica.

In questa vicenda è mancata l’umanità, è mancato il cuore. E non è la prima volta che ciò si verifica, questo istituto comprensivo si è chiuso in se stesso. All’interno dell’istituto ci sono grandi professionalità di docenti  ma il loro alito di innovazione, di ricerca, di sperimentazione, viene soppresso da una gestione un po’ chiusa, con una scuola non aperta al territorio. È questo il problema che ci dobbiamo porre. Noi chiediamo che le scuole si aprano al territorio e garantiscano i diritti  di tutti i ragazzi, specialmente dei ragazzi come Simonluca».

Pronti a presentare un esposto

L’auspicio di mamma Irene e di tutti coloro che si sono schierati accanto alla famiglia di Simonluca è che la scuola possa rivedere la sua decisione. «Ho avuto mandato da parte dei genitori di presentare un esposto il Procura qualora non dovesse essere accolta la nostra richiesta – ha dichiarato l’avvocato Eliana Corapi -. Attendiamo le prossime ore per capire  se procedere oppure se tutto quello che si è scatenato intorno a noi abbia già risolto la situazione. Siamo comunque molto determinati. Non ci fermeremo davanti a nulla».

 

Giornalista
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