Omicidio di Paterno, la ricostruzione del delitto al vaglio degli inquirenti

VIDEO | Si cerca di capire come mai il giovane, reo confesso dell'omicidio, avesse in auto una pistola carica e pronta a sparare

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di Salvatore Bruno
22 aprile 2019
15:36

Sarà necessario attendere il referto dell’autopsia, effettuata dai medici legali Bernardo Cavalcanti e Vannio Vercillo, per avere un quadro più chiaro della dinamica con cui si è consumato l’omicidio di Angelo Presta, ucciso in contrada Pugliano di Paterno Calabro dal nipote Salvatore, reo confesso del delitto. Non ci sono notizie ufficiali, ma secondo quanto si è appreso, il giovane avrebbe esploso all’indirizzo del congiunto sei colpi di pistola, di cui quattro sarebbero andati a segno. La vittima sarebbe morta sul colpo.

Appuntamento fatale

I carabinieri della compagnia di Cosenza, coordinati dal procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo e dal sostituto Domenico Frascino, stanno verificando la ricostruzione offerta dall’autore del crimine, consumatosi lo scorso 8 aprile al culmine di un litigio. Negli ultimi giorni sono stati ascoltati i fratelli di Angelo Presta. A loro gli inquirenti hanno chiesto dei rapporti tra zio e nipote, soci di un’azienda boschiva. Salvatore Presta ha raccontato di aver dato appuntamento al congiunto in quel terreno dove qualche tempo prima avevano effettuato alcuni lavori ritenuti dai carabinieri forestali non conformi. Per questo erano stati denunciati ed avrebbero dovuto affrontare un processo per un reato tuttavia non particolarmente grave. Non era la prima volta che si vedevano proprio in quel luogo, per concordare una linea difensiva. Secondo la ricostruzione di Salvatore, il litigio sarebbe degenerato perché lo zio gli avrebbe attribuito la responsabilità di quel problema giudiziario ed avrebbe iniziato a minacciarlo con un’ascia.


Pistola carica e pronta a sparare

Per questo il ragazzo avrebbe preso l’arma, una Beretta calibro 9x21 con cui si esercitava nel tiro a segno, per difendersi. Voleva sparare in aria, invece nella concitazione ha colpito il congiunto. Non è chiaro come mai la pistola fosse carica e pronta a sparare. È noto infatti che la licenza di uso sportivo prescrive per lo spostamento custodie diverse per le armi ed i proiettili. È uno degli aspetti ancora al vaglio degli investigatori. Il ragazzo intanto è ancora in carcere, soggetto a custodia cautelare su provvedimento del Gip.

Giornalista
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