Coronavirus, all'ospedale di Polistena 500 test rapidi con i fondi raccolti dal Comune

VIDEO | L'Asp tarda e così grazie alla generosità della gente sono stati consegnati i tamponi a risposta immediata per isolare il personale e i pazienti evitando così la formazione di un focolaio

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di Agostino Pantano
29 ottobre 2020
19:20

Il sindaco e il suo vice si sono presentati con uno scatolone pieno di tamponi rapidi, ad accoglierli la dirigenza dell’ospedale di Polistena sollevata perché finalmente è possibile fare un filtro tempestivo che isoli immediatamente eventuali positivi al covid 19.

 


Marco Policaro e Michele Tripodi, così, hanno colmato una lacuna dell’Asp di Reggio Calabria che nell’unica determina pubblicata sul sito informa che tale distribuzione, per ora, è stata programmata solo per l’ospedale di Locri.

 

«Questa donazione di 500 tamponi – afferma Policaro – è resa possibile dalla campagna di raccolta fondi che avevamo lanciato nei mesi neri del confinamento. Hanno risposto in tanti tra cittadini, Comuni vicini e imprenditori, dimostrando quanto questo territorio abbia a cuore le sorti del nostro ospedale».

 

Ad accogliere gli amministratori il direttore sanitario Giuseppe D’Ascoli e il primario Francesco Nasso, che hanno spiegato come «questo tipo di screening sarà indirizzato sia al personale sia agli utenti sospetti che arrivano al pronto soccorso».

 

«Avremo risposte in appena 20 minuti – assicura Francesco Pellicano, direttore del laboratorio analisi – a fronte degli altri test che invece hanno tempi di riscontro che durano anche ore». La rapidità con cui l’amministrazione comunale ha proceduto con la donazione, accorcia anche i tempi lunghi che l’Asp sembra essersi data.

 

«L’azienda – incalza Tripodi – deve fare ora per Polistena quello che ha già fatto per Locri, poiché ci rendiamo conto che questa scorta di 500 confezioni non può affatto bastare per tutte le esigenze».

 

La consegna è stata anche l’occasione per fare chiarezza su alcune indiscrezioni rimbalzate dall’ospedale nei giorni scorsi. «Al pronto soccorso non ha lavorato nessuno che possa aver messo a rischio altri – ha detto D’Ascoli – è stato chiamato in servizio chi non era in quarantena, ovvero chi aveva fatto il tampone ed era risultato negativo».

Giornalista
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