Coronavirus, ospedale Polistena: riaprono i reparti dopo il focolaio tra i sanitari

VIDEO | I vertici ospedalieri assicurano che non manca il personale e i locali sono stati sanificati. Buone notizie da Rosarno: il campo container per migranti non è più zona rossa

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di Agostino Pantano
27 ottobre 2020
18:54

La notte orribile nell’ospedale di Polistena sembra alle spalle.
Il nosocomio ora è completamente operativo, dopo la sanificazione dei locali e la scoperta di un contagio che si è ramificato. Quindici tra medici, paramedici e personale amministrativo ma, sia il sindaco Marco Policaro che il direttore sanitario Giuseppe D’Ascoli assicurano che «l’Asp ha provveduto a mandare nuovo personale». «L’ospedale – aggiunge il primo cittadino – lavora a pieno regime, tutti i reparti sono operativi e i locali in questione sono stati sanificati».
Il focolaio che non ti aspetti sembra ora contenuto, qui assicurano che nei risultati dei tamponi che si attendono per il pomeriggio non dovrebbero esserci impennate rilevanti nel numero dei contagiati.

Anche nel resto della Piana reggina, però, è difficile stare dietro ai numeri che cambiano di sera in sera e sono ovunque in aumento.
A Giffone, 1000 anime sull’Aspromonte hanno 43 contagiati, mentre tira un primo sospiro di sollievo Rosarno. «Il campo container dei migranti – rivela il sindaco Giuseppe Idà – non è più zona rossa. Gli ospiti che erano contagiati si sono positivizzati e attualmente rimangono solo 2 migranti in quarantena». Il resto di Rosarno rimane in emergenza, però.  I positivi sono 54 in attesa di aggiornamenti che tardano. «L’Asp deve essere più pronta nel dare i risultati dello screening», aggiunge il sindaco.


Nell’alternarsi di buone notizie e cattive, tra la fretta degli operatori e l’ansia della gente, è anche dentro i locali dell’ospedale di Taurianova che la seconda ondata sbatte forte.
Qui c’è la sede dell’Usca, la task force che effettua i tamponi, e c’è la fila davanti alla porta. «Mi hanno detto che forse possono farmi il test stamattina – spiega una signora – ma non è sicuro. L’alternativa è tornare a casa e sperare che domani sia un altro giorno». Parlano così i cittadini in fila, mostrando la beffa di un cartello che indica gli orari di operatività del laboratorio: dalle 8 alle 10.30. Per il resto della giornata è solo attesa e ansia.

Giornalista
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