Palmi, perdono 11mila euro alle scommesse e fuggono in Sicilia: 4 uomini denunciati dai carabinieri
L’allarme dato da un dipendente della ricevitoria che ha avvertito i militari. Gli indagati intercettati all’imbarco dei traghetti a Villa San Giovanni
![La sede della compagnia dei carabinieri a Palmi](https://img.lacstatic.it/_pageimg/2021-04-06/2021_carabinieri-palmi.jpg)
Perdono 11mila euro alle scommesse e fuggono verso la Sicilia. Per questo motivo 4 persone sono state denunciate dai carabinieri a Palmi dopo la presunta frode a una ricevitoria cittadina.
A dare subito l’allarme un’impiegata della sala scommessa. La donna si è resa conto che i 4 siciliano erano andati via senza saldare il debito. Secondo quanto appreso, i quattro dopo aver accumulato un debito complessivo di circa 11.600 euro, a seguito di vari giochi e scommesse, hanno cercato di distrarre la dipendente, nell’intento premeditato di non pagare, riuscendo uno per volta a dileguarsi.
Quando anche l’ultimo dei giocatori è salito in macchina, senza aver saldato il debito, la donna addetta alle vendite scommesse ha subito chiamato il 112 e avvertito la Centrale operativa della compagnia di Palmi, fornendo tutti i dettagli utili per l’identificazione dei quattro uomini tra i quali, determinanti sono stati l’indicazione del modello dell’autovettura e il loro marcato accento siciliano.
Avviate nell’immediatezza le ricerche dai militari della compagnia di Palmi e di Villa San Giovanni, in previsione di un possibile rientro in Sicilia da parte dei sospettati, gli stessi infine sono stati individuati e fermati proprio all’imbarco dei traghetti.
I successivi accertamenti investigativi avrebbero permesso di ricondurre tutti gli indagati al centro scommesse che sono stati riconosciuti dalla dipendente. I carabinieri hanno anche acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza del locale.
Dalla successiva perquisizione veicolare, invece, i militari hanno rinvenuto 4.300 euro, somma accertata quale provento di alcune vincite da parte dei debitori, sottoposta a sequestro.
Dagli ulteriori riscontri, sarebbe emerso che i quattro indagati non fossero nuovi alla commissione di reati analoghi, condotti con le medesime modalità, in diverse provincie della Calabria e della Sicilia.
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