La Procura generale di Catanzaro ha richiesto alla Corte la riforma della sentenza assolutoria di primo grado anche per tre dipendenti provinciali e la conferma del verdetto di primo grado per l’ex consigliere comunale Francescantonio Tedesco e per l’imprenditore Giuseppe D’Amico
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Si è conclusa con le richieste di pena, la requisitoria in appello della Procura generale di Catanzaro nel processo nato dall’operazione antimafia denominata “Dedalo-Petrol Mafie” portata a termine dalla Dda. La sentenza di primo grado è stata emessa dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia in data 1 dicembre 2023.
Tra le richieste di condanna spiccano la conferma dei 30 anni di reclusione per l’imprenditore Giuseppe D’Amico di Piscopio, cugino dell’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia, e già sindaco di Stefanaconi, Salvatore Solano. Per quest’ultimo – condannato in primo grado a un anno per il reato di corruzione elettorale – la Procura generale di Catanzaro ha chiesto la condanna a 8 anni di reclusione con il riconoscimento dell’aggravante mafiosa e l’affermazione della penale responsabilità anche per i reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e concorso in turbativa d’asta per i quali in primo grado aveva incassato l’assoluzione. Chiesta anche la condanna ad un anno per i dipendenti della Provincia di Vibo Gaetano Del Vecchio, Isaia Angelo Capria e Antonio Francolino per il reato di concorso in turbativa d’asta per i quali erano stati assolti in primo grado unitamente a Solano.
Chieste poi severe condanne pure per Antonio D’Amico (altro cugino dell’ex presidente della Provincia Solano), per Francesco D’Angelo, alias “Ciccio ‘Ammaculata”, di Piscopio (suocero di Giuseppe D’Amico) e per l’ex consigliere comunale di Vibo Francescantonio Tedesco.
Associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, intestazione fittizia di beni, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, corruzione, scambio elettorale politico mafioso, turbativa d’asta i reati, a vario titolo, contestati.
La lunga attività investigativa della Guardia di Finanza aveva fatto emergere gravi indizi a carico di persone ritenute vicine alla mafia che, grazie alla collaborazione di imprenditori e gestori di attività economiche ubicate in Sicilia, avrebbero costituito, organizzato e diretto un’associazione per delinquere, con base a Vibo Valentia, finalizzata all’evasione dell’Iva e delle accise su prodotti petroliferi. A tale filone d’indagine si erano poi uniti i presunti condizionamenti sulla Provincia di Vibo, dalle elezioni del 2018 agli appalti, tanto che sotto processo è finito pure l’ex presidente dell’ente Salvatore Solano.
Petrol Mafie, le richieste di condanna in Appello
Queste nel dettaglio le singole richieste della pubblica accusa dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro: 5 anni e 3 mesi Fernando Assunto Emanuele Aber (cl ’62, assolto in primo grado), di Catania; assoluzione Roberto Aguì, del 1971, di Bovalino (assoluzione in primo grado); posizione stralciata in attesa di un possibile concordato di pena Anna Bettozzi, (cl ’58), di Roma (6 anni e un mese in primo grado); 3 anni e 5 mesi Benedetto Avvinto (cl 1974) di Cercola (stessa pena in primo grado); 2 anni Pietro Bonanno (assolto in primo grado); 7 anni e 3 mesi Vincenzo Campajola (1965), di Napoli (assolto in primo grado); un anno Antonio Angelo Isaia Capria (cl ’64), di Nicotera (dipendente della Provincia di Vibo, assolto in primo grado); 7 anni e 8 mesi Felice D’Agostino, (1982), Bari (6 anni e un mese in primo grado); 19 anni e 2 mesi di reclusione Antonio D’Amico, (cl ’64) di Piscopio (18 anni, 10 mesi e 15 giorni in primo grado); 30 anni di reclusione Giuseppe D’Amico, detto Pino, (cl ’72), di Piscopio (30 anni in primo grado); 10 anni Francesco D’Angelo, (cl ’46), alias “Ciccio ‘Ammaculata”, di Piscopio (10 anni in primo grado); un anno Gaetano Del Vecchio, (cl ’62), di Tropea (dirigente della Provincia di Vibo, assolto in primo grado); 6 anni e un mese Virginia Di Cesare, (cl ’93), di Roma (4 anni e 7 mesi in primo grado); 2 anni e 6 mesi Carmelo Fabbretti (2 anni e 2 mesi in primo grado); 5 anni Giuseppe Fasulo, (cl 1962), di Taranto (stessa pena in primo grado); 4 anni e 9 mesi Sebastiano Foti, (classe 1976), di Catania (4 anni e 5 mesi in primo grado); un anno Antonio Francolino, (cl ’65), di Vibo (dirigente della Provincia di Vibo, assolto in primo grado); 3 anni e 6 mesi Salvino Frazzetto, (classe 1959), di Catania (assolto in primo grado); 3 anni e 10 mesi Gennaro Gravino, (classe 1976), Napoli (stessa pena in primo grado); 3 anni Cesare Nicola Limardo, (cl ’93), residente a Limbadi (in qualità di titolare della Dicn Petroli ubicata a Filandari, stessa pena in primo grado); 3 anni e 3 mesi Paolo Lipari, (cl ’77), di Stefanaconi (stessa pena in primo grado); 6 anni Sebastiano Lo Torto (cl. ’70), di Nicotera (assolto in primo grado); 12 anni e 2 mesi Silvana Mancuso, (cl ’69), di Limbadi (stessa pena in primo grado); 2 anni e 10 mesi Nazzareno Matina, (cl ’71), di Stefanaconi (stessa pena in primo grado); 2 anni e 6 mesi Francesco Monteleone, (cl ’85), di Vibo Valentia ma residente a Milano (stessa pena in primo grado); 6 anni Luciano Morabito, (1958), di Africo (assolto in primo grado); 16 anni Irina Paduret, (1986), Moldavia (assoluzione in primo grado); 3 anni Zhelev Petyo Petkov, (1978), Bulgaria (stessa pena in primo grado); 13 anni e 3 mesi Francesco Saverio Porretta, (1974), Milano (assoluzione in primo grado); 15 anni Antonio Prenesti, (cl ’66), di Nicotera (stessa pena in primo grado); 7 anni e 3 mesi Rosamaria Pugliese, (1975), di Maierato (7 anni in primo grado); 12 anni e un mese Giuseppe Ruccella, (1981), di Filogaso (stessa pena in primo grado); 9 anni Rosario Cristian Santoro, (1995),di Palermo (assoluzione in primo grado); 5 anni Emanuela Scevola, (1981), di Napoli (assoluzione in primo grado); 8 anni di reclusione (previo riconoscimento dell’aggravante mafiosa nei reati contestati) Salvatore Solano, (cl ’79), già sindaco di Stefanaconi ed ex presidente della Provincia di Vibo Valentia (un anno in primo grado con sospensione della pena); 10 anni e un mese Francescantonio Tedesco, (1968), di Vibo Valentia (ex consigliere comunale di Vibo, stessa pena in primo grado); 12 anni e 9 mesi Giuseppe Terranova, (1963), di Messina (stessa pena in primo grado); 2 anni e 4 mesi Ernesto Tortora, (1975), di Napoli (stessa pena in primo grado); 9 anni Totts Rachid (assoluzione in primo grado); 4 anni Roberto Trovato, (1987), di Catania (stessa pena in primo grado).

