Nulla da fare per il processo in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia che mira a far luce su una presunta frode fiscale che vede tra gli imputati anche il deputato del Movimento Cinque Stelle Riccardo Tucci. La presidente del Collegio – il giudice Claudia Caputo – sebbene trasferita in altra sede prima dell’estate, non è stata infatti ancora sostituita dal presidente del Tribunale con l’individuazione di un nuovo magistrato che dovrà presiedere la trattazione del dibattimento. Il processo, quindi - che veniva per l’esame degli imputati - è stato così ora rinviato e il rinvio non è propriamente dietro “l’angolo” essendo stata individuata la data della prossima udienza al 28 aprile 2026.
Un procedimento penale che sin dall’inizio ha registrato notevoli ritardi, basti pensare che il rinvio a giudizio ad opera del gup, Barbara Borelli, è datato 23 maggio 2023 e da allora il processo (iniziato l’11 luglio 2023) non si è ancora concluso. La richiesta di rinvio a giudizio degli imputati è stata invece avanzata dalla Procura nel luglio 2021, ma dinanzi al gup si sono poi registrate ben quattro udienze preliminari a vuoto: una volta per l’impedimento di uno dei difensori impegnato in altro procedimento; una volta per difetti di notifica ad alcuni indagati ed ai difensori, mentre altro rinvio si è registrato il 13 gennaio 2022 a causa del covid da parte di alcuni difensori. Quindi l’udienza del 19 maggio 2022 quando sono state prese in esame alcune valutazioni istruttorie richieste da un difensore e poi un nuovo lungo rinvio di quasi sette mesi alla giornata del 15 dicembre 2022 con in tale data un nuovo slittamento al 30 marzo 2023 a causa dell’impedimento di un difensore. Le contestazioni mosse dalla Procura sulla scorta delle indagini della Guardia di Finanza coprono un arco temporale che va dal 2015 al 2018. 

Le accuse al deputato Tucci

Dichiarazioni fraudolente, mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti per evadere le imposte aumentando i costi, è l’ipotesi di reato contestata, attraverso due capi di imputazione, al deputato vibonese del Movimento Cinque Stelle Riccardo Tucci. In particolare, Riccardo Tucci nella sua qualità di legale rappresentante della cooperativa “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018, “al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società una fattura del 10 marzo 2015 emessa dalla Autolettrosat srl, relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno 2015 ed in tal modo evadeva le imposte per un ammontare pari a novemila euro”. Il reato porta quale luogo di commissione Vibo Valentia in data 19 settembre 2016.

Per quanto riguarda, invece, il secondo capo di imputazione, dal 31 ottobre 2014 al 28 febbraio 2018 “con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante della “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018, al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva alla Autolettrosat srl”, Riccardo Tucci emetteva una serie di fatture che per gli inquirenti sono relative “ad operazioni oggettivamente inesistenti per un ammontare” così diviso: anno 2014 euro 18.300,00, anno 2015 euro 222.400,00 anno 2016 euro 204.600,00 euro, anno 2017 euro 219.600,00, anno 2018 euro 36.600,00. Nei confronti di Riccardo Tucci il gip ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma di euro 9.000,00. Sequestro confermato poi dal Tribunale del Riesame ed anche dalla Cassazione che hanno rigettato sul punto il ricorso del deputato vibonese.
Gli altri imputati sotto processo sono: Adriano Tucci, 39 anni, di Ionadi, cugino del deputato vibonese; Vincenzo Schiavello, 50 anni, di Vibo Valentia, ex socio di Tucci; e Domenico Garcea, 38 anni, di Ionadi (amministratore unico dal 30 giugno 2016 in sostituzione di Luigino Schiavello). Gli avvocati difensori degli imputati sono Vincenzo Trungadi, Michelangelo Miceli, Domenico Servello, Leopoldo Marchese e Salvatore Pronestì.