Re Nudo, rinvio a giudizio per l'ex sindaco di Scalea Russo ma ridimensionato il quadro accusatorio

Per l'ex primo cittadino sono cadute molte delle ipotesi d'accusa iniziali. L'inchiesta della procura di Paola cerca di fare luce su un presunto giro di corruzione nell'ambito della sanità del Tirreno cosentino. Assolta l’assessore Francesca Amoroso

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di Francesca  Lagatta
10 giugno 2021
20:17
Il palazzo di Giustizia a Paola
Il palazzo di Giustizia a Paola

«Nel ribadire piena fiducia nell’operato della Magistratura, per il fondamentale lavoro che svolge sul territorio in difesa della legalità, diamo notizia che l’assessore Francesca Amoroso, è stata assolta perché il fatto non sussiste, nel processo che la riguardava e riferito ad alcuni servizi di Sanità Pubblica erogati sull'Alto Tirreno Cosentino».

Sono le parole del sindaco di Diamante, Ernesto Magorno, che fa riferimento all'inchiesta della procura di Paola denominata Re Nudo. Le indagini, coordinate dalla procura di Paola, avevano fatto luce su un presunto giro di corruzione nell'ambito della sanità del Tirreno cosentino, con particolare attenzione al rilascio e all'accertamento delle pensioni di invalidità nella sede Asp di Diamante.


Le persone finite nel registro degli indagati erano 101. La Amoroso, assessore della città, era stata indagata in qualità di componente della commissione giudicante ed aveva scelto di essere processata con rito abbreviato. Oggi il tribunale ha stabilito che non ha commesso alcun reato.

A processo l'ex sindaco di Scalea

Dovrà invece affrontare il processo il medico Mario Russo, ex sindaco di Scalea e figura centrale dell'inchiesta, nonché presidente della commissione finita sotto la lente di ingrandimento del procuratore Pierpaolo Bruni.

Il Gup Mariagrazia Elia ha però emanato un provvedimento che sgonfia drasticamente l’ipotesi accusatoria, annullando gran parte delle originarie 295 ipotesi d’accusa. Ha quindi accolto le tesi dei difensori, gli avvocati Vincenzo Belvedere e Giuseppe Bruno, che grazie a un lavoro certosino hanno ottenuto il significativo ridimensionamento del quadro accusatorio demandato al dibattimento e la restituzione dei beni sequestrati. Tradotto in carcere a dicembre scorso, era stato scarcerato soltanto cinque mesi più tardi per finire di scontare la misura cautelare preventiva agli arresti domiciliari in una abitazione della capitale. Insieme a lui finiranno a processo anche Antonia Coccimiglio ed Eugenio Vitale, entrambi di Santa Maria del Cedro, rispettivamente segretaria e impiegato della commissione con sede a Diamante. Per loro le aule del tribunale si apriranno ad ottobre prossimo. 

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