Sentenza del Tribunale di Vibo Valentia al termine del processo nato da un’inchiesta della locale Procura che mira a far luce sulla percezione indebita del reddito di cittadinanza. Questo il verdetto del giudice Alessio Maccarone: 2 anni e 4 mesi per Cinzia De Vito (cl ’86) di Piscopio; un anno e 6 mesi (pena sospesa) per Vincenzo Lacquaniti (cl ’71), di San Gregorio d’Ippona; 2 anni e un mese per Daniela Morgante (cl ’81), di Ionadi; assoluzione per Giuseppe Lo Bianco (cl ’72), di Vibo Valentia; un anno e 4 mesi (pena sospesa) Ilenia Pettè (cl ’87), di Ionadi; 2 anni e 8 mesi per Nicola D’Urzo (cl ’62), di Sant’Onofrio; non doversi procedere per Giuseppina Greco (cl ’86), di Sciconi; un anno e 8 mesi (pena sospesa) per Anna Maria Paino (cl ’62) di Vibo Valentia; assoluzione per Sergio Gentile (cl ’79), alias “Toba”, di Vibo Valentia; un anno e 6 mesi (pena sospesa) Simona Casuscelli (cl ’86), di Vibo Valentia; un anno e 3 mesi (pena sospesa) Claudia Mazzitelli (cl ’93), di Briatico; 10 mesi (pena sospesa) per Francesca Burzì (cl ’94), di Pernocari di Rombiolo; assoluzione per Antonino Lo Bianco (cl ’60) di Vibo Valentia.

La pubblica accusa aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati con pene variabili dai 2 ai 3 anni e 6 mesi di reclusione. 
Truffa aggravata ai danni dello Stato il reato contestato dall’ufficio di Procura. In particolare gli imputati sono accusati di aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza rendendo false dichiarazioni all’atto della richiesta, ovvero omettendo di comunicare informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca entro i termini previsti, durante l’erogazione delle somme. Una prima parte dell’inchiesta della Guardia di finanza, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e Gico, ha portato al sequestro della somma complessiva di 114.262,81 euro.

Le singole contestazioni

Cinzia De Vito, dopo un primo periodo di legittima percezione del reddito di cittadinanza avrebbe omesso di comunicare di essere stata attinta da misura cautelare personale nell’ambito dell’operazione Rinascita Scott risalente al 19 dicembre 2019. Decaduta dal beneficio nel febbraio 2020, ha ripresentato la domanda per il reddito di cittadinanza il 4 marzo dello scorso anno nonostante la permanenza della misura a suo carico percependo così indebitamente la somma di 7.053,23 euro.
Vincenzo Lacquaniti, ammesso al beneficio del reddito di cittadinanza nel febbraio 2019, è accusato di aver omesso che il proprio figlio, Saverio Lacquaniti, era stato arrestato in Rinascita Scott, percependo così indebitamente la somma di 3.445,22 euro.
Giuseppe Lo Bianco è stato ammesso al beneficio nell’aprile 2019 omettendo di essere stato attinto da misura cautelare nell’ambito dell’operazione Rinascita Scott. Avrebbe percepito illecitamente 575,50 euro, ma da tale accusa è stato assolto anche perchè pure da Rinascita Scott è stato comunque assolto al termine del processo con rito abbreviato (era stata chiesta la condanna a 3 anni).
Ilenia Pettè, ammessa al reddito di cittadinanza nell’aprile 2019, avrebbe omesso di comunicare che il proprio coniuge, Lucio Belvedere, era stato attinto da misura cautelare nell’ambito di Rinascita Scott il 19 dicembre 2019, percependo illecitamente 8.057,15 euro.
Nicola D’Urzo è stato ammesso al reddito di cittadinanza nell’aprile 2019 ed avrebbe omesso di comunicare che il proprio figlio, Onofrio D’Urzo, è stato raggiunto da misura cautelare nell’ambito dell’operazione Rinascita Scott, percependo così la somma di 3.963,01 euro.
Giuseppina Greco, per la quale il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi, era inizialmente accusata di aver percepito il reddito di cittadinanza dal maggio 2019, omettendo di comunicare che il proprio coniuge, Giuseppe La Piana, è stato raggiunto da misura cautelare in Rinascita Scott, percependo così illecitamente la somma complessiva di 5.237,92 euro. Difesa dall’avvocato Giuseppe Grande ed in accoglimento della tesi difensiva, nei suoi confronti il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere in quanto l’azione penale era già stata esercitata per lei in altro procedimento per la medesima contestazione dalla quale era stata assolta. 
Anna Maria Paino è stata invece ammessa al reddito di cittadinanza nel novembre 2019 ed avrebbe omesso di comunicare che il proprio coniuge, Domenico Franzone, era stato arrestato in Rinascita Scott. La Paino era accusata di aver così percepito illecitamente la somma complessiva di 12.526,67 euro da novembre 2019 a novembre 2020.
Sergio Gentile, alias “Toba”, è stato ammesso al reddito di cittadinanza nell’aprile 2019, omettendo di comunicare, secondo l’accusa, di essere stato poi arrestato per Rinascita Scott nel dicembre 2019 e presentando una nuova domanda per il beneficio in data 28 ottobre 2020. Avrebbe così percepito illecitamente la somma di 8.359,42 euro, un’accusa che non ha retto. Al termine del processo Rinascita Scott con rito abbreviato, è stato condannato anche in appello a 14 anni di carcere.
Simona Casuscelli, ammessa al reddito di cittadinanza nel luglio 2019, è accusata di aver omesso di comunicare che il proprio coniuge, Bruno Barba, è stato attinto da misura cautelare per Rinascita Scott. Avrebbe così percepito illecitamente, da gennaio a novembre 2020, la somma complessiva di 9.606,09 euro.
Claudia Mazzitelli, ammessa al reddito di cittadinanza nell’ottobre 2019, avrebbe omesso di comunicare che il proprio coniuge, Paolo Romano, era stato attinto da misura cautelare personale il 22 novembre 2029 su ordinanza del gip di Bergamo e poi da ordinanza del gip di Catanzaro, percependo così illecitamente da dicembre 2019 ad agosto 2020 la somma complessiva di 7.309,89 euro.
Francesca Burzì, ammessa al reddito di cittadinanza nel mese di giugno 2019, avrebbe correttamente comunicato che, al momento della domanda, il proprio figlio convivente, Giuseppe Navarra, era sottoposto a misura detentiva. Successivamente avrebbe invece omesso di comunicare che altro componente del proprio nucleo familiare, Valerio Navarra (fratello di Giuseppe), era stato arrestato per Rinascita Scott, percependo così illecitamente il reddito di cittadinanza da gennaio ad agosto 2020 per la somma complessiva di 6.145,07 euro.
Infine, Antonino Lo Bianco, detto “Nino Crapina”, di Vibo Valentia, era stato ammesso al reddito di cittadinanza nell’aprile 2019 ed avrebbe omesso di comunicare – secondo l’accusa – di essere stato attinto da misura cautelare personale nel dicembre 2019 per Rinascita Scott, percependo da gennaio a settembre 2020 la somma complessiva di 6.890,33 euro. Nei suoi confronti è arrivata l’assoluzione

Tutte le somme indebitamente percepite erano state sequestrate dal gip del Tribunale di Vibo Valentia Francesca Del Vecchio su richiesta della Procura. Con il dispositivo di sentenza, il giudice ha disposto il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto del denaro ancora in sequestro. 
Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Santo Cortese, Giosuè Monardo, Giuseppe Grande, Diego Brancia, Salvatore Sorbilli, Giuseppe Bagnato, Daniela Garisto, Ignazio Di Renzo, Giuseppe Altieri, Walter Franzè, Guido Contestabile, Vincenzo Gennaro, Sandro Furfaro, Claudio Rea, Domenico Natale.