La vicenda

Reggio Calabria, il Tar ordina all’Accademia di Belle arti di proclamare Piero Sacchetti direttore

VIDEO | Il caso si trascina dal 2018. Il professionista: «Non mi spiego perché il Ministero non sia mai intervenuto in questi anni»

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di Anna Foti
24 febbraio 2022
23:00

«La sentenza del Tar di Reggio Calabria dello scorso 26 gennaio è chiara e fornisce indicazioni precise su cosa dovrà avvenire entro i trenta giorni successivi alla sua notificazione. Spero che questo sia il capitolo finale di una vicenda che ormai si trascina da anni e spero di poter al più presto guidare un nuovo corso dell'Accademia, iniziando dalla conoscenza di tutti i docenti e dal ripristino degli organi». Questo le considerazioni di Pietro Sacchetti, dal 2006 docente di Teoria e Metodi dei mass media e digital video, già vicedirettore, e che adesso il Tar (sentenza 107/2022) ha indicato unico candidato legittimo alle prime e originarie elezioni del 2018 e, dunque, come direttore da proclamare.

Nelle prossime settimane l'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria avrà, quindi, un direttore legittimamente eletto, dopo oltre tre anni da quelle prime elezioni per il triennio 2019/2022, indette appunto nel 2018, e una serie di ricorsi, tutti accolti dal Tar, che denunciavano conflitti di interesse e irregolarità relativi anche a queste elezioni. Il Tar ha così ordinato all’Accademia, ritenuta inadempiente per non aver annullato gli atti come disponeva la sentenza, di procedere con la proclamazione di Pietro Sacchetti direttore. In alternativa sarà il commissario ad acta, indicato in sentenza nella persona del direttore generale delle Istituzioni della formazione superiore del Ministero dell’Università e della Ricerca con facoltà di delega, a farlo in sua vece.


Proclamazione disposta ma non ancora ufficializzata

«Non so dire cosa accadrà. Mi limito a sottolineare che la commissione elettorale che dovrebbe redigere il verbale della mia proclamazione è la stessa che aveva ammesso l'altro candidato, il professore Francesco Scialò, anche a seguito della sentenza che aveva giudicato illegittimo un requisito essenziale alla sua stessa candidabilità; la medesima commissione che, addirittura, nell'ultimo tentativo di elezione aveva escluso anche me», ha sottolineato ancora il professore Pietro Sacchetti


Dunque il Tar reggino ha proseguito salvaguardando il procedimento elettorale posto in essere nel 2018 e rispetto al quale, avendo annullato il conferimento nello stesso anno dell'incarico di vicedirettore, al professore Francesco Scialò, ad opera dell’allora direttrice e sua ex moglie, Maria Daniela Maisano, nel 2019 aveva ritenuto illegittima solo la sua conseguente proclamazione quale direttore.


Nonostante tale sentenza (676/2021) e la successiva diffida ad ottemperare, risalenti rispettivamente al 2019 e al 2020, la stessa Accademia non aveva mai tenuto conto di quanto disposto in sentenza e, piuttosto che assecondare l'assunto del giudice amministrativo, la stessa aveva ritenuto di autotutelarsi, reiterando l'indizione delle elezioni, mai annullate nel loro complesso dal tribunale amministrativo ma solo relativamente alla proclamazione del professore Francesco Scialò, e continuando ad ammettere quest'ultimo come candidato, nonostante proprio sulla sua posizione invece lo stesso organo di giustizia amministrativa fosse intervenuto, ritenendo illegittimi il requisito speso per la candidabilità e l’elezione e la conseguente proclamazione.

I relativi decreti direttoriali con cui erano state indette le elezioni sono stati sempre impugnati dallo stesso Pietro Sacchetti, unico altro candidato con Scialò, e i ricorsi sempre accolti dallo stesso Tar. Da qui l’impasse per il quale, a distanza di tre anni da quelle prime elezioni e da oltre due anni dalla scadenza del regolare mandato della direttrice Maria Daniela Maisano, l’Accademia è ancora senza direttore e, dallo scorso anno, anche senza consiglio accademico.

Senza direttore e consiglio accademico

«Di fatto in Accademia, in questo momento, manca la governance. Manca il direttore, manca il consiglio accademico e per quanto riguarda la presidente Morabito c'è da dire che la sentenza di accoglimento del ricorso avverso l'indizione delle elezioni per il rinnovo del consiglio accademico dello scorso, aveva annullato tutti gli atti compiuti dalla professoressa Maria Daniele Maisano e dunque anche quelli propedeutici alla nomina dell'attuale presidente, che ancora riveste questo ruolo anche se non sappiamo con quale incarico ricevuto dal ministero», ha spiegato il docente Pietro Sacchetti. Altro aspetto spinoso attiene, infatti, al ruolo della stessa direttrice, professoressa Maria Daniela Maisano che, con mandato scaduto alla fine del 2019, ha continuato a ricoprire il ruolo anche oltre la prorogatio consentita, in veste di reggente, esperienza già registrata nella stessa accademia e che il Ministero, secondo le persone interessate, avrebbe avallato.

Una figura che, comunque, resta non codificata in alcun regolamento e di cui lo stesso Tar reggino ha avuto occasione di rilevarne l'inesistenza (sentenza 657/2021), con conseguenza carenza di potere in suo capo. In tale contesto, negli ultimi due anni erano state indette elezioni, puntualmente contestate da Pietro Sacchetti e altri docenti e annullate dal Tar, per direttore e professori componenti del Consiglio Accademico, e lo scorso anno sono stati compiuti gli atti necessari per la nomina della nuova presidente dell'Accademia, Francesca Maria Morabito, succeduta a Rosanna Barbieri.

Ma perché il Miur è rimasto silente/inerte?

«Non mi spiego perché il Ministero non sia mai intervenuto in questi tre anni. Con i miei avvocati ho rivolto due diffide senza mai ricevere alcun riscontro. Nessuna risposta neppure ad un'interrogazione parlamentare», ha spiegato ancora il professore Pietro Sacchetti.
Le altre parti in causa, nei mesi scorsi avevano rinviato dichiarazioni e commenti al momento successivo all'intervento dirimente del Ministero atteso per la fine di novembre e di cui però, ad oggi, non si è avuta alcuna notizia. Tra i punti che rimangono da chiarire in questa vicenda, infatti, vi è proprio questa inerzia mentre, in questi tre anni la governance dell’Accademia andava indebolendosi.

Una discrasia da chiarire mentre la stessa Accademia è stata sempre condannata a pagare le spese legali. È stato, così, necessario un nuovo ricorso da parte di Pietro Sacchetti, affinché nero su bianco il giudice amministrativo riconoscesse l'inadempimento dell'Accademia, rimasta in silenzio laddove avrebbe dovuto esprimersi, e le ordinasse la proclamazione di Piero Sacchetti, ricorrente e unico candidato idoneo alla carica di direttore.

Un mandato triennale ridotto a pochi mesi?

Tanti i nodi che restano, dunque, da sciogliere e tra questi anche quello della durata del mandato. Proclamato, presumibilmente, tra febbraio e marzo del 2022, quale direttore per il triennio 2019-2022, il pregiudizio subito sarebbe evidente e notevole. «Certamente il mandato di cui si discute è quello 2019-2022. È altrettanto vero che i tre anni potrebbero decorrere dal momento dell'insediamento che, seppure già all'inizio del 2022, ancora non è avvenuto», ha concluso il professore Pietro Sacchetti.

 

Giornalista
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