Sanità Calabria

La Regione si appresta a pagare i creditori di Asp e ospedali: pronti 400 milioni per le fatture “certe”

Nei prossimi giorni in Cittadella dovranno confluire gli elenchi delle fatture che hanno trovato riscontro. Intanto, allo studio un regolamento per gestire i rapporti con i fornitori ed evitare il proliferare del disordine contabile 

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di Luana  Costa
12 luglio 2023
06:30

Non si è ancora conclusa la fase di riconciliazione dei crediti che la Cittadella aziona il secondo step dell’operazione di azzeramento del debito sanitario. Dopo una prima parentesi dedicata all'accertamento, fattura per fattura, delle somme ancora pendenti nei confronti dei fornitori si passa rapidamente alla liquidazione degli importi ritenuti certi ed esigibili.

Il saldo dei conti

Lo start alle azioni di pagamento è stato ufficialmente dichiarato dalla Regione che si è impegnata ad assegnare somme a titolo di anticipazione sul riparto del fondo sanitario per consentire alle aziende di iniziare a saldare i conti con le ditte fornitrici. Ovviamente non tutte le fatture ma unicamente quelle che gli uffici amministrativi sono riusciti a matchare con le richieste avanzate dai privati in fase di circolarizzazione.


La chiusura del cerchio

Non tutte le aziende, infatti, sono ancora riuscite a chiudere il cerchio. Alcune sono in dirittura d’arrivo, altre hanno raggiunto percentuali variabili di verifica sulle fatture dichiarate dovute. Tra queste vi è anche l’Asp di Catanzaro che proprio questa mattina ha adottato due determine di liquidazione per fatture pendenti ma implicitamente ammettendo il work in progress che tuttora vige negli uffici sulla verifica degli importi richiesti dai fornitori.

Work in progress

Non in tutti i casi, per le oltre duemila fatture pervenute, si è riusciti a trovare una pezza giustificativa. A scriverlo è il responsabile dell’ufficio unico di liquidazione che descrive un contesto di fatture «prive di ordine o documento di trasporto o attestazione di regolare esecuzione ed altre ancora discordanti con l’ordine». Da qui, la necessità espressa di acquisire ulteriore documentazione per superare «le criticità descritte» d'intesa con l'ufficio risorse economiche e finanziarie.

400 milioni in Gsa

Nel frattempo però si liquidano gli importi su cui si è raggiunto un ragionevole grado di certezza: due fatture alla Johnson & Johnson Medical per un valore complessivo di circa 50mila euro. Bruscolini rispetto ai milioni che le aziende si apprestano a chiedere alla Regione che, almeno da questo punto di vista, non dovrebbe avere problemi di liquidità dal momento che parcheggiati in gsa risultano esserci 400 milioni di euro.

Conto salato

Da qui si attingerà per l’assegnazione delle anticipazioni ma solo dopo aver ottenuto dalle aziende un elenco di crediti certi con relativo importo. Ci sono aziende che si apprestano a presentare alla Cittadella un conto piuttosto salato per svariati milioni di euro.

Lo stock di debito

Il fine è quello di abbattere lo stock di debito commerciale – almeno per quelle fatture non oggetto di difficile ricostruzione o di contenzioso, criticità esistente soprattutto nelle Asp che hanno rapporti con il privato accreditato – intervenendo sull’indice di tempestività di pagamento dei fornitori, che comporta periodicamente i richiami del Tavolo Adduce e, più di recente, costato l’avvio di una procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea.

I rapporti controversi con i privati

Ma il fine sotteso è anche un altro. Da mesi al terzo piano della Cittadella si lavora alla redazione del regolamento del ciclo passivo, ovvero tutte quelle procedure che le aziende dovrebbero adottare di default al fine di disciplinare i rapporti con i fornitori ed evitare la proliferazione del mostruoso disordine contabile.

Disordine contabile

Ad esempio, fatture «prive di ordine o documento di trasporto o attestazione di regolare esecuzione ed altre ancora discordanti con l’ordine» come candidamente ammesso dall’Asp di Catanzaro nelle determine licenziate questa mattina. Il regolamento dovrebbe consentire agli enti del servizio sanitario non solo il pagamento dei crediti entro i termini stabiliti per legge (60 giorni) ma evidentemente evitare la pesante lievitazione dei costi per effetto dell'applicazione di interessi di mora, materia divenuta spesso oggetto di speculazione da parte del privato.

L'anno zero

Il regolamento dovrebbe essere approvato dal commissario ad acta nelle prossime settimane e successivamente adottato da tutte le aziende. Dovrebbe essere questo l'anno zero, il punto fermo da cui iniziare a riequilibrare un pezzo del sistema sanitario calabrese che al momento, tuttavia, esclude il tema del cronico sottofinanziamento di alcune aziende. Una criticità che genera sofferenze estreme di liquidità per effetto di rimesse mensili insufficienti a saldare le fatture in tempo e che, nuovamente, comporta la lievitazione dei costi.

Giornalista
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