Trame oscure

Raccontò dell’ombra dei servizi segreti sulle stragi di mafia, s’indaga sulla morte del pentito Armando Palmeri

L’uomo, già braccio destro del boss Milazzo, è stato trovato senza vita nella sua abitazione in provincia di Palermo. Non ci sono segni d’effrazione in casa né di violenza sul corpo. Ma i magistrati vogliono vederci chiaro. Al pm Lombardo aveva detto: «I servizi volevano la destabilizzazione dello Stato»

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di C. M.
18 marzo 2023
13:00

Avrebbe dovuto testimoniare al processo sulle stragi di mafia in corso a Caltanissetta, ma in quell’aula Armando Palmeri non ci arriverà più. L’ex collaboratore di giustizia, infatti, è stato trovato morto nella sua abitazione situata in contrada Bosco alla Falconeria, nelle campagne tra Partinico e Alcamo. Il ritrovamento del cadavere di Palmeri è avvenuto ad opera dei medici del 118, intervenuti a seguito di una telefonata. Dalle prime indagini effettuate, pare non siano stati trovati segni d’effrazione in casa, né tracce di violenza sul corpo. Le indagini sono condotte dai carabinieri di Palermo, sotto il coordinamento della Procura siciliana. Nei prossimi giorni si procederà ad autopsia, in quanto i magistrati vogliono vederci chiaro sulla morte di un ex collaboratore di giustizia che stava continuando a rendere dichiarazioni di un certo peso in diversi processi di mafia.

Chi era Armando Palmeri

Armando Palmeri è stato per diversi anni il braccio destro del boss di Alcamo Vincenzo Milazzo, prima di iniziare il suo percorso di collaborazione con la giustizia. Ex rapinatore, era stato vicino anche ad ambienti dei servizi segreti. Nel suo periodo di detenzione in carcere, aveva costruito una fitta rete di rapporti con esponenti dell’estrema destra e della Camorra.


Le dichiarazioni sulle stragi

L’ex collaboratore di giustizia aveva raccontato come, nella primavera del 1992, ad Alcamo, si tennero degli incontri tra esponenti dei servizi segreti e il boss Milazzo. L’argomento era quello relativo alle stragi da realizzare nel continente a partire dal 1993. Sentito dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo al processo ‘Ndrangheta stragista nel giugno del 2018, Palmeri ha riferito come si volesse «mettere in atto una strategia della destabilizzazione dello Stato con bombe e attentati». Tale strategia, a detta di Palmeri, sarebbe stata ispirata anche da entità esterne a Cosa Nostra: «Da quegli incontri Milazzo usciva molto turbato. Mi diceva: questi sono pazzi scatenati e che quello che volevano fare avrebbe portato alla fine di Cosa nostra e che non avrebbe portato beneficio a nessuno. Milazzo non era favorevole ma rispondeva con un “ni” a quel progetto. Se avesse detto no sarebbe stato un gran rifiuto e ci avrebbero ammazzato». Il boss di Alcamo venne poi effettivamente ucciso nell’estate del 1992. Per Palmeri, tutti lì erano «consapevoli del rifiuto che aveva dato nell’affiancare alla strategia terroristica atta alla destabilizzazione dello Stato». Poco tempo dopo, anche la fidanzata di Milazzo, Antonella Bonomo, venne uccisa. Palmeri ha raccontato che Antonino Gioé gli disse che l’avevano dovuto fare.

La rivelazione di Gioé sulla strage di Capaci

In una recente intervista a Report, Palmeri ha dichiarato come Antonino Gioé, persona molto vicina ai servizi segreti, gli confessò un particolare sulla strage di Capaci. Gioé era quello che, insieme a Brusca, si trovava sulla collina di Capaci quando venne azionato il telecomando che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta. «Gioè mi ha detto ufficiosamente “A Giovannineddu ci paria chi fu iddu…», facendo intendere che Brusca fosse convinto di essere stato lui ad azione quel telecomando, quando in realtà «era stato un altro ad azionare l’impulso». Da ricordare che Gioé, dopo essere stato arrestato ed aver comunicato la propria volontà di collaborare con la giustizia, venne trovato impiccato nella notte tra il 28 ed il 29 luglio 1993, con modalità ad oggi ancora inspiegabili. Episodio catalogato come suicidio. Palmeri, come riportato da alcuni organi di stampa locali siciliani, avrebbe riferito di recente ad alcuni suoi congiunti di temere per la propria incolumità.

Le indagini dei carabinieri

Probabilmente, la morte di Palmeri, come tutto lascia supporre, potrebbe essere avvenuta per cause naturali. Tuttavia, proprio la delicatezza delle dichiarazioni che questi ha reso e doveva ancora rendere nei processi per le stragi ha consigliato ai magistrati una particolare accuratezza nel voler vederci chiaro sulle circostanze in cui è maturato il suo decesso.  

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