Annullato nel troncone del maxiprocesso Rinascita Scott, celebrato con rito abbreviato, l’ordine di esecuzione per la carcerazione di Gregorio Giofrè, 63 anni, di San Gregorio d’Ippona. La decisione è della Corte d’Appello di Catanzaro, in accoglimento di un’istanza presentata dall’avvocato Sergio Rotundo, si inserisce nel solco della decisione assunta di recente dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione che nel decidere il ricorso presentato dagli avvocati Sergio Rotundo e Antonio Galati ha dichiarato la non esecutività della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro nel processo Rinascita Scott (troncone abbreviato).

La decisione presa nei confronti di Giofrè è la prima assunta dalla Corte d’Appello di Catanzaro dopo quella della Corte di Cassazione che si è pronunciata nei giorni scorsi sulla posizione di Domenico Cracolici di Maierato. Dopo tale pronuncia, infatti, diverse sono state le istanze depositate dai vari difensori e sulle quali si attende a breve la decisione. 

Per Gregorio Giofrè, nell’ambito del maxiprocesso Rinascita Scott, la Cassazione nel maggio scorso ha disposto l’annullamento con rinvio in appello per la rideterminazione della pena (13 anni e 4 mesi nel precedente giudizio di secondo grado). Gregorio Giofrè resta invece detenuto agli arresti domiciliari per altra inchiesta, ovvero l’operazione antimafia Maestrale-Carthago. Per gli inquirenti Gregorio Giofrè è un personaggio di primo piano della ‘ndrangheta vibonese, indicato come pienamente inserito non solo nel “locale” di ‘ndrangheta di San Gregorio d’Ippona (è genero del defunto boss Rosario Fiarè), ma avrebbe svolto anche il ruolo di raccordo per chiudere le estorsioni più consistenti per conto di diversi clan.