'Ndrangheta, sequestro beni per un milione di euro a imprenditore reggino

L'uomo, operante nel settore della ristorazione a Bova Marina, è sospettato di appartenere al gruppo 'ndranghetista Vadalà guidato dal suocero

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di Redazione
6 agosto 2020
08:14

Beni per circa un milione di euro, fra cui polizze assicurative, 12 fabbricati, 10 terreni e un autoveicolo, sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a Leonardo Dellavilla, 45 anni, imprenditore operante nel settore della ristorazione a Bova Marina (RC) e zone limitrofe.

La cosca Vadalà

L'uomo è sospettato di appartenere al gruppo 'ndranghetista Vadalà. La figura di Dellavilla, già indagato per omicidio nel 2001, era già emersa nell’ambito delle operazioni “Bellu Lavuru” del 2008 e “Mandamento Ionico” del 2017, entrambe condotte dall’Arma dei Carabinieri e coordinate dalla Procura della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.  


Le operazioni Bellu lavuru e Mandamento

L’operazione “Bellu lavuru” si era conclusa nel mese di giugno 2008 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 42 persone, tra cui Dellavilla. L'imprenditore è ritenuto affiliato alla cosca Vadalà, guidata, secondo l'accusa, dal suocero Domenico Vadalà, detto “Micu ‘u lupu”.

L’operazione “Mandamento Jonico”, conclusasi nel mese di giugno 2017, aveva consentito di inscrivere nel registro degli indagati 291 persone e di eseguire provvedimenti restrittivi personali nei confronti di 116 di esse, tra cui Dellavilla in quanto partecipe della “locale” di Bova in concorso con il suocero detenuto. La presunta appartenenza alla consorteria criminale di Dellavilla era emersa anche nell’ambito delle indagini svolte nell’operazione “‘ndrangheta Stragista”.Alla luce delle risultanze investigative, la Dda aveva delegato alla Guardia di Finanza di Melito Porto Salvo (RC) indagini a carattere economico-patrimoniale volte all’individuazione dei beni mobili ed immobili riconducibili a Dellavilla e al suo nucleo familiare, finalizzata all’applicazione di una misura di prevenzione e patrimoniale.

 

I finanzieri hanno ricostruito, attraverso approfondimenti sulle transazioni economico finanziarie e patrimoniali effettuate negli ultimi 20 anni, il patrimonio complessivamente accumulato dal nucleo familiare di Dellavilla. Gli accertamenti eseguiti avrebbero evidenziato una significativa, ingiustificata differenza tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte e il patrimonio posseduto, anche per interposta persona, dall'imprenditore, espressione, secondo gli inquirenti, della cosca di riferimento.

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