Sila, si spera nella zona gialla per salvare la stagione anche senza sci

VIDEO | Mentre le regioni alpine insieme all'Abruzzo hanno fatto fronte comune durante la Conferenza Stato-Regioni, la Calabria non ci ha neppure provato a presentare un proprio piano per la fruizione in sicurezza delle infrastrutture

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di Salvatore Bruno
3 dicembre 2020
16:55

L'imminente Dpcm con cui il Governo confermerà ancora la chiusura delle piste da sci e limiterà gli spostamenti durante le festività natalizie rischia di avere effetti devastanti per l'imprenditoria turistica della Sila, legata a doppio filo alla stagione invernale.

Impianti inutilmente pronti

Il personale Arsac e delle Ferrovie della Calabria rassicura sulla perfetta funzionalità delle cabinovie che conducono sul Monte Curcio e verso la vetta di Botte Donato. Le indiscrezioni provenienti da Palazzo Chigi non lasciano però presagire nulla di buono sulla possibilità di metterle in funzione.


 

Regione distratta

Ma mentre le regioni alpine insieme all'Abruzzo hanno fatto fronte comune durante la Conferenza Stato-Regioni, la Calabria non ci ha neppure provato a presentare un proprio piano per la fruizione in sicurezza delle infrastrutture, magari facendo leva sulle profonde differenze numeriche rilevabili sia in termini di affluenza sia sotto il profilo dei contagi. Probabilmente sarebbe stato comunque inutile.

 

Circolazione limitata

In piena emergenza pandemia, con la zona rossa istituita ad inizio novembre e quella arancione fin qui in vigore, il blocco della circolazione per finalità diverse da quelle di necessità, ha trasformato le località turistiche dell'altopiano in città fantasma: niente alberghi e ristoranti e le saracinesche abbassate ovunque. E per il periodo clou, tra il 21 dicembre ed il 6 gennaio, si prospetta la chiusura dei confini regionali: una stangata per un'area tradizionalmente frequentata da siciliani, pugliesi e campani.

 

I calabresi sostengano i calabresi

Ma nonostante la scelta di Palazzo Chigi in senso restrittivo per quanto concerne gli impianti di risalita, l'imprenditoria continua comunque a lavorare sotto traccia, auspicando un passaggio in zona gialla, condizione utile a viaggiare liberamente tra un comune ed un altro anche per una gita fuori porta o per una vacanza. Insomma, a sostenere il turismo calabrese dovranno essere i calabresi. 

Pronti all'accoglienza

E se non si potrà godere delle piste, pazienza. La Sila offre anche altre opportunità: «A Lorica siamo già pronti ad accogliere i visitatori: molti di noi hanno approfittato di questo periodo di chiusura per organizzarsi - spiega Noemi Guzzo, titolare di una struttura ricettiva - Le richieste ci sono, provenienti prevalentemente dalla Calabria. Chi in passato sceglieva di trascorrere la settimana bianca nel Nord Italia o all'estero si sta orientando verso questa zona. Le norme anti-Covid? Ogni adeguamento era già stato posto in essere quando è terminata la prima ondata».

 

Le alternative alle piste

«Le nostre montagne sono il fiore all'occhiello del Sud Italia - dice Fiorino Spizzirri, presidente del collegio dei maestri di sci della Calabria - E qualora lo sci alpino non possa essere praticato per la chiusura degli impianti di risalita c'è lo sci di fondo, l'escursionismo, la ciaspolata, valide alternative per godere di un periodo di vacanza anche in tempo di pandemia».

 

Spazi aperti anticontagio

La sfida è quella di garantire una piacevole permanenza in sicurezza. Già durante l'estate gli operatori l'hanno raccolta e vinta: «Siamo all'aria aperta, gli spazi sono ampi e consentono il rispetto del distanziamento - sottolinea Francesco Lico, titolare della pista da bob montata nei pressi della seggiovia di località Cavaliere, nel comune di Casali del Manco - ci sono quindi le condizioni per prevenerire ogni rischio di diffusione del coronavirus. Speriamo che il Governo se ne renda conta e ci consenta di lavorare».

Giornalista
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