Varapodio, il back stage del comizio di Fazzolari per difendere se stesso e il figlio

VIDEO | Secondo il sindaco l'intercettazione che riguarda il suo familiare è stata interpretata al contrario: «Lo mandavo a portare le scarpe ai migranti, non a prenderle per lui»   

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di Agostino Pantano
17 agosto 2020
13:44

«Ho scelto il comizio in piazza, e non la conferenza stampa, perché voglio la massima partecipazione possibile». Così il sindaco Orlando Fazzolari, rispondendo alle nostre domande prima di salire sul palco per quello che senz’altro è stato un evento con pochi precedenti in Calabria. Il primo cittadino di Varapodio ha detto di non sentirsi perseguitato, dopo l’indagine sulla gestione del centro migranti, ma «vittima di una campagna mediatica in cui non mi è stata data la possibilità di difendermi, dopo tre anni di intercettazioni e una inchiesta in cui non sono stato mai interrogato».

 


Entrando nel tema delle accuse ipotizzate dalla Procura di Palmi con l'operazione "cara accoglienza", che ha avvisato della conclusione delle indagini lui e altri 5 – fra cui 2 funzionari della prefettura di Reggio Calabria – ha confermato di non aver fatto gare pubbliche per affidare la gestione della struttura «ad una cooperativa che lavorava da tempo per l’ente, indicata con una procedura che aveva importi sotto soglia che non obbligano a fare selezioni». Il sindaco ha detto che metterà a disposizione dei cittadini nelle stanze del Comune gli atti dell’indagine e che vuole scrivere al presidente Mattarella per chiedere il rispetto delle garanzie costituzionali.

 

Il sindaco sospeso dal partito Fratelli d’Italia – «mi hanno scaricato», ha detto Fazzolari – non si sente in colpa neanche rispetto ai fornitori che secondo i carabinieri sarebbero stati favoriti. «Faccio il commercialista in un paese di 2mila abitanti – ha detto – non è la prima volta che commercianti locali diventino fornitori dell’ente pur essendo miei clienti». Sulla indiscrezione di stampa, che indicherebbe il figlio di Fazzolari tra i beneficiari del vestiario che invece doveva andare ai migranti, il sindaco ha chiarito che «si tratta di una intercettazione che è stata interpretata al contrario, nel senso che io mandavo mio figlio ad andare a prendere delle scarpe da portare agli ospiti della struttura».


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