Regge l’accusa di omicidio preterintenzionale formulata dalla Procura per il commerciante Antonio Ceravolo che nell’aprile 2019 ebbe una discussione che si rivelò fatale per l’ingegnere Gaetano Rizzuto
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Sei anni e 8 mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale. Questa la condanna decisa dalla Corte d’Assise di Catanzaro nei confronti di Antonio Ceravolo, 53 anni, originario di Soriano Calabro, ritenuto responsabile del decesso dell’ingegnere Gaetano Rizzuto, 72 anni, deceduto nell’aprile del 2019 a Vibo Valentia in via San Pio da Pietrelcina, angolo via Giovanni Paolo II, a pochi passi dal nuovo Tribunale di via Lacquari.
Il commerciante Antonio Ceravolo è stato condannato anche al risarcimento dei danni nei confronti dei familiari della vittima (parti civili nel processo), la cui quantificazione è stata demandata al giudice civile, mentre quale pena accessoria per l’imputato la Corte ha deciso per l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici.
Secondo l’accusa – rappresentata dalla Procura di Vibo Valentia – l’ingegnere e costruttore Gaetano Rizzuto sarebbe stato aggredito a colpi di mattone dal commerciante Antonio Ceravolo al culmine di una discussione. Già affetto da una valvulopatia aortica, fatale a Gaetano Rizzuto si sarebbe rivelato il colpo di mattone ad una gamba. Il commerciante Antonio Ceravolo, con attività a Vibo nei pressi del luogo dove si è verificato il decesso di Rizzuto, nelle ore successive alla tragedia, si era presentato in Questura a Vibo accompagnato dal suo legale negando ogni contatto con Rizzuto ed affermando di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Una tesi, quest’ultima, che non ha retto in primo grado dinanzi al giudizio della Corte d’Assise di Catanzaro.


